«Conquista la pace interiore e una moltitudine troverà la salvezza presso di te» San Serafino di Sarov
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Abbiamo ricevuto questo testo, filosofico e un po’ misterioso, e abbiamo pensato che potesse ben adattarsi a questi mesi, in cui le anime sono turbate dalla pandemia.
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“NeI 1954 ebbi modo di trascorrere alcune settimane a Koneveč, nel Grande Nord, vivendo come un eremita in una isba (1) nella foresta. Le giornate erano tiepide e assolate. Foreste e laghi, laghi e foreste. Il monastero era piccolo, la comunità poco numerosa, e piuttosto avanti negli anni. Tra i monaci che là ho incontrato, ho trovato uomini di alta spiritualità. Quello di cui mi ricordo meglio, è il Padre Dorofeo.
Un giorno gli ho chiesto:
– Come si arriva alla pace dello spirito?
– Occorre ugomonit’sja (2) mi rispose Padre Dorofeo con un sorriso.
– E che vuol dire ugomonit’sja?
– Ebbene, come posso dirtelo? Quando ero un giovane novizio, a Valaam, il mio starec (3), mentre lo servivo, mi disse un giorno: «Dimitrij, per te sarà difficile ugomonit’sja: sei troppo allegro e sempre in movimento. Ma se non raggiungerai la calma, non potrai pervenire alla preghiera pura. A che scopo, allora, farsi monaco?».
Dovetti chiedergli, come voi ora a me: «Che cosa vuoI dire ugomonit’sja?»
Lo starec mi rispose: «È molto semplice. Adesso è estate, ma tu, suppongo, aspetti l’autunno, quando i lavori nei campi saranno meno duri». – «È proprio così, Padre». – «Ebbene, quando sarà autunno, attenderai l’inverno, le prime nevi, Natale. Poi aspetterai la primavera, Pasqua, il giorno glorioso della Risurrezione di Cristo. Non è vero?»
«Vero, Padre mio».
«In questo momento, tu sei novizio e attendi, suppongo il tempo in cui sarai rjasoforo (4)»
«Sì, Padre».
«Poi attenderai la mantia (5) e più tardi il sacerdozio. Tutto ciò vuol dire che non sei sereno, non sei ugomonit’sja. Ma quando primavera e autunno, estate e inverno per te saranno uguali, quando ti sarà indifferente essere novizio o megaloschema quando vivrai nel giorno presente, perché per ogni giorno basta la sua pena, quando non sognerai più e non attenderai più nulla, ma ti abbandonerai interamente alla volontà di Dio, allora sarai ugomonit’sja».
Molti anni sono trascorsi da quella conversazione. Ho ricevuto la mantia e il sacerdozio, e adesso aspetto non so che cosa. Ero stato nominato capo-cuciniere, un’occupazione che non amavo, ma dovetti obbedire. Durante l’ultima guerra, quando siamo stati inviati qui, conservai la mia gaiezza, mentre gli altri piangevano la perdita del nostro bel monastero sul lago Ladoga, ora occupato dagli atei. Nulla accade senza la volontà di Dio. Quando accoglierete la volontà di Dio con tutta semplicità, con amore e senza pascervi di fantasie, allora sarete ugomonit’sja.”
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(1) Casa di legno rurale
(2) “Tranquillizzarsi”, equivalente slavo del greco “esichia”, pace, “esicasmo”, pacificazione.
(3) Padre spirituale, letteralmente “anziano”
(4) Voti temporanei, con l’imposizione della “rjassa”, tonaca nera a maniche ampie
(5) Voti perpetui, con l’imposizione del “mantia”, ampio mantello nero monastico a pieghettine vertical
Da: “Incontri con la preghiera del cuore” di Sergej Bolshakov, Collana Roveto Ardente, Edizioni Ancora, Milano
www.esicasmo.it
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