FRANCESCO DE MARIA Premetto che la vittoria della Civica è stata così ampia da superare tutte le nostre previsioni (in realtà, per un errore di valutazione, avevamo paura) e, d’altro canto, da far piombare i nostri avversari in un autentico stato di choc. La vittoria della Civica è stata un bene per il Paese e per la scuola stessa. La linea assunta (forse inconsciamente) dalla Corporazione scolastica è stata a dir poco suicida. Quel porsi arrogante e spocchioso come unici detentori della verità di fronte al popolo “bue” ha sconcertato e inviperito la gente. La risposta-lezione è stata di una durezza eccezionale. Ben venga. In una situazione così tesa c’è chi non sa tenere i nervi a posto e perde la testa. “Perché preoccuparsi per uno stolto?” (non il termine originale) ha scritto su Facebook una mia gentile amica, consigliera comunale buonista. “Perché questo stolto è EMBLEMATICO” le ho risposto.
Rappresenta una rabbia diffusa e una non accettazione diffusa. Come si può intravvedere Hitler dietro un popolo che vota affinché la Civica, il cuore del nostro sistema democratico, sia insegnata nelle scuole ai nostri giovani? Che cosa “sbrocchino” gli sconfitti sui social lo sappiamo, ma che cosa diranno in classe?
Per concludere, mi permetto di esprimere una forte riserva sul comportamento di Bertoli, che mi appare (prima e dopo il diluvio) del tutto inadeguato.
Pensiero di domenica 1° ottobre 2017
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