Estero

Domani saranno tre mesi – L’attacco di Hamas al festival di Kibbutz Rime

Il feroce attacco a sorpresa lanciato nel fine settimana dai combattenti fondamentalisti palestinesi di Hamas ai danni delle comunità israeliane lungo la frontiera di Gaza, ha causato in Israele la morte di oltre mille persone. Di cui 270 durante un affollato festival musicale diventato teatro di un massacro civile.

Il festival Tribe of Nova Trance, presentato come un viaggio di unità e di amore, era iniziato venerdì sera dopo la fine del Sukkot, una delle festività religiose più importanti e significative nell’ebraismo, che dura sette giorni e inizia il quindicesimo giorno del mese ebraico di Tishrei. Una festa di gioia e gratitudine in cui si ringrazia Dio per il raccolto dell’anno e per la protezione fornita durante il pellegrinaggio nel deserto.

Migliaia di giovani si sono iscritti a questa festa. Ai partecipanti, è stata comunicata la posizione esatta del festival solo poche ore prima dell’inizio, alle 22:00 di venerdì.

Il luogo del raduno era presso la comunità intenzionale (Kibbutz) Reim, a meno di cinque chilometri dalla recinzione che divide Israele dalla Striscia di Gaza e dai suoi circa due milioni di abitanti, nel deserto nord-occidentale del Negev. “L’evento si svolgerà in un luogo naturale pieno di alberi, sorprendente nella sua bellezza e organizzato per la vostra comodità, a circa un’ora e un quarto a sud di Tel Aviv”, era stato detto agli acquirenti dei biglietti venduti in anticipo.

È stato uno dei primi obiettivi dei militanti di Hamas quando hanno lanciato il loro attacco senza precedenti contro Israele nelle prime ore di sabato mattina sfondando una recinzione di confine fortificata e invadendo l’area del concerto. Hanno sparato sulla folla e hanno catturato quante più persone possibili come ostaggi.

Mentre la festa era ancora in pieno svolgimento e il sole stava sorgendo, nel cielo sono apparsi improvvisamente diversi parapendii a motore che si avvicinavano dalla direzione di Gaza, a ovest. Ad un certo punto il ritmo della musica si è confuso con gli spari dei militanti palestinesi che hanno preso d’assalto il festival.

In preda al panico, le persone hanno cercato di fuggire per raggiungere le proprie auto, ma hanno trovato molti uomini armati che hanno bloccato le strade e teso imboscate ai ragazzi in fuga.

Un sopravvissuto ha detto che le persone sono state attaccate mentre cercavano di scappare. “È successo in un istante. I terroristi sono arrivati sul lato destro della strada e poi sono scesi da un grande veicolo bianco, una specie di furgone. Hanno sparato da distanza ravvicinata, è stato terribile”. Un altro sopravvissuto ha raccontato di aver visto i militanti in lontananza avvicinarsi a piedi: “Ho preso le chiavi della macchina da un mio amico che era molto ubriaco, ho fatto salire quante più persone possibile in macchina e ho iniziato a guidare come un matto. Le persone che sono rimaste, la maggior parte di loro sono state rapite o uccise. Si sparava alle auto sulle strade e c’erano uomini armati ovunque”.

Angoscia per i video pubblicati sui social media palestinesi che mostravano giovani israeliani portati via come ostaggi dai militanti palestinesi. Una clip mostra una ragazza di nome Noa Argamani, 25 anni, che urla mentre viene separata dal suo ragazzo e portata via in moto. Il suo ragazzo sembra avere le mani legate mentre viene spinto da diversi palestinesi. La coppia aveva tentato di nascondersi tra i cespugli. Lei era riuscita ad inviare un messaggio rassicurante al padre poco prima.

L’ala militare conosciuta come Brigate Izz al-Din al-Qassam del gruppo palestinese Hamas, che governa la Striscia di Gaza, ha affermato che gli ostaggi sono tenuti in sicurezza nei tunnel e in altri luoghi nascosti a Gaza.

L’attacco sembra essere un vero fallimento dell’intelligence israeliana. Non solo per la mancanza di informazioni ma anche dall’incapacità di comprenderle. Gli israeliani conoscono l’odio che anima i palestinesi. Hamas e altri gruppi palestinesi, oltre ai suoi sostenitori in Iran, continuano a nutrire risentimento per la creazione dello Stato d’Israele dopo la seconda guerra mondiale promosso in gran parte dalle potenze occidentali. I palestinesi credono che il territorio sia stato a loro rubato come legittimi proprietari e occupanti.

Proprio come gli americani che nel 2001 non avrebbero mai immaginato di vedere aerei civili contro i propri edifici, gli analisti israeliani non sembrano aver calcolato che i combattenti di Hamas potessero fuggire dal complesso barricato di Gaza con i parapendii e dare credito alla loro capacità di operare simultaneamente attraverso aria, mare e terra.

MK

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