C’era qualcosa che gli richiamava il gioco, tipo ping-pong. Adesso la palla era nel suo campo. Davanti a se aveva la carta da visita con nome, cognome, professione, indirizzo, numero telefonico. Era un bel cartoncino, non il solito banale Bristol, bensì una carta raffinata tipo Velin d’Arches à la cuve o Holland van Gelder 250gr con caratteri Garamond neri in rilievo… Proprio vieux jeu, antiquato…

Prima di tutto, occorreva chiedersi se valeva la pena continuare il gioco. Ci pensò diversi giorni. Poi, in quale maniera sferzare la prossima mossa? Chi sa se questa andava al cinema o giocava a scacchi o frequentava un fitness? Poi gli venne l’idea di semplicemente telefonare al segretario comunale del villaggio indicato sul biglietto da visita e di chiedere informazioni con una scusa qualunque.

-“Bo…- rispose il segretario comunale – Rispetto della Privacy a parte, della Carlotta non saprei cosa dire… Non è cattiva, ma è assolutamente associale… Probabilmente il più grande piacere che può farle è di non disturbarla. Se vuole mandarle un regalo, potrei sbagliarmi ma da come la conosco, io, un pacco di biscotti bio per il suo cane…”

Retour à la case départ…

Il sabato seguente, all’uscita della sinagoga (che il signor Benatar chiamava “sin à gogo”) l’amico Efraïm si avvicinò.

-“Ti vedo preoccupato…”

-“Il dubbio, caro mio, il dubbio…”

I circuiti riverberanti si scatenarono nel cervello di Efraïm alla ricerca di un detto esaustivo di un Rabbi famoso a proposito di fede, dubbio e diatribe talmudiche. Ruben aggiunse molto pensieroso:

-“Quando sono giovani si comportano stupidamente perché sono stupide… Ma quando non sono più giovani… può essere anche furbizia… pericolosa …”

-“Hmm, hmm… – disse Efraïm – il y a anguille sous roche…”

-“Hélas, cher ami… hélas… al vecchio peccatore non viene risparmiata nessuna prova… non ancora…”

-“Ma guarda che alla nostra età non si deve tentennare perché la tregua arriva fin troppo presto… – disse Efraïm – Non rimandare a domani quel che puoi fare ancora oggi… Bè, cioè, en tout bien tout honneur… Dopo la fine dello shabbat… s’intende…”

Sì, anche quello era vero. Ruben si ricordò la sgradevole conversazione col medico di famiglia che, già diverse volte, aveva accennato alla prostata…

Finalmente, alla domenica mattina, Ruben si decise a chiamare Charlotte per telefono:

-“Ja?” – rispose Charlotte.

-“La Signora Charlotte?”

-“Oui.”

-“Mi scusi se la disturbo… sono Ruben Benatar.”

-“Si’…”

-“Si ricorda… la confettura…”

-“Si’, si’…”

-“Posso disturbarla adesso o è meglio che richiami ad un orario più opportuno?”

-“No, no, adesso è perfetto…”

-“Ecco, mi chiedevo… cioè, vorrei chiederle se potessi permettermi di farle una breve visita…”

-“Quando?”

-“Anche oggi…”

-“Si’, anche oggi…”

-“Grazie, allora a dopo…” – disse Ruben che era diventato assolutamente cosciente di essere stato assolutamente ridicolo.

-“Si’…” – disse Charlotte che si apprestava a dare qualche indicazione sulla strada da seguire ma Ruben aveva già riappeso.

2 continua