riceviamo e pubblichiamo | da Maurizio Taiana

L’Associazione Svizzera-Israele non può esimersi dallo stigmatizzare e condannare le gravi distorsioni relative alla vicenda Hamas-Israele, di cui sono protagonisti molti media europei (inclusi quelli svizzeri), personaggi pubblici, esponenti della cultura e del mondo accademico e politico.

Notizie e commenti relativi alla controffensiva portata avanti da Israele per combattere Hamas, ma sovente tacciata di “eccessi, crimini di guerra, violazioni umanitarie”, manifestazioni di piazza filo-palestinesi, dichiarazioni di “esperti” politicamente orientati, ha avuto il sopravvento sulle azioni dei terroristi di Hamas e degli organismi ad esso vicini, che, con omicidi mirati di civili, stupri, violenze di ogni genere, rapimenti, fino allo sgozzamento di bambini e neonati, hanno dato inizio al tutto.

Si finge di dimenticare che i metodi aberranti di lotta adottati da Hamas, dovrebbero semmai alienare, nelle persone civili, ogni simpatia. Dovrebbe apparire altrettanto chiaro che l’obiettivo di Hamas non è il miglioramento dello status della popolazione che pretende di rappresentare o l’avvio di un percorso politico e diplomatico, ma, come Hamas stesso precisa nel suo Statuto, solo la distruzione tout court dello Stato d’Israele. Hamas si è anche esternato contro  l’OLP per il motivo che oltre a musulmani sul suo territorio ci sono anche cristiani, considerati infedeli.

Invece assistiamo a manifestazioni e dichiarazioni degne dei tempi più bui della storia europea, che tutti dovrebbero augurarsi scongiurati per sempre. Questo, senza pensare che, come prima cosa,  ciò che Hamas (con i suoi alleati) vuole è la trasformazione di tutto il Medio Oriente in territorio islamico. Infatti molte Autorità Europee cercano di limitare e vietare queste manifestazioni che potrebbero esacerbare pregiudizi e antisemitismo, vedi Francia, Regno Unito, Germania.

E appare strano che persino una giovane giornalista araba, Rasha Nabil, dell’emittente Al-Arabya, nell’intervistare il leader terrorista di Hamas, Khaled Meshal, abbia trattato i temi in modo più pertinente, ed in certi casi, incisivo ed equilibrato, rispetto a molti esponenti del mondo della comunicazione europeo, Svizzera compresa.

L’Associazione Svizzera Israele Ticino chiede ai media di prendersi la responsabilità verso la collettività, considerando anche l’alto rischio di attentati in Europa.

Chi cerca ed espone “ragioni” per azioni come quelle compiute da Hamas il 7 ottobre si rende in qualche nodo complice di esse.

Per l’Associazione Svizzera Israele Ticino

Gian Luigi Trucco

 Commissione Comunicazione

Associazione Svizzera Israele Ticino