
Il mondo del cinema piange oggi il regista iraniano Dariush Mehrjui di 84 anni, e sua moglie e scrittrice Vahideh Mohammadifar, entrambi uccisi nella loro abitazione. I coniugi vivevano nel comune di Meshkindasht di Karaj, a ovest della capitale Teheran.
Stando a quanto comunicato dalle autorità locali a dare l’allarme è stata la figlia che si è recata a casa loro in quanto non riusciva a contattarli.
La coppia è stata uccisa a colpi di arma bianca e i corpi presentavano soprattutto ferite al collo. Sui social si è parlato del fatto che i due fossero stati decapitati ma la voce non è stata confermata da fonti ufficiali. Qualche tempo prima dell’omicidio, Mohammadifar aveva scritto sui social che lei e il marito erano stati minacciati da un individuo presumibilmente afghano con un coltello. Sia il misterioso afghano che gli assassini non sono ancora stati identificati.
Nato nel 1943 a Teheran, Mehrjui è stato il fondatore della cosiddetta new wave iraniana, degli anni Settanta. Ha vissuto per diversi anni negli Stati Uniti ed è stato allievo di Jean Renoir. Una volta tornato in patria è stato giornalista, sceneggiatore e professore presso il Centro di studi di lingua straniera a Teheran.
Nella sua carriera diresse circa 25 film di cui alcuni di grande successo. Tra questi ricordiamo il vincitore del premio FInpresci alla Mostra di Venezia del 1971. La mucca-Gaav e due anni dopo fu acclamato per Dayereh-ye Mina – Il ciclo di Mina. Sono state numerose le pellicole in cui esplorò la condizione femminile.