Le forze ucraine hanno affermato che il comandante della Flotta russa del Mar Nero, l’ammiraglio Viktor Sokolov sarebbe morto nella Crimea occupata, assieme ad altri 33 ufficiali. I feriti invece sarebbero 105.
La morte dell’ammiraglio tuttavia è diventata quasi subito oggetto di dibattito. Il ministero della Difesa russo infatti ha diffuso un video, che sembrerebbe risalire a martedì mattina, in cui Sokolov è presente ed è vivo, smentendo così le affermazioni di Kiev. Per ora nessuna fonte indipendente ha verificato la notizia e pertanto il fatto rimane avvolto nel mistero. Il Comando delle Operazioni speciali ucraino ha così commentato le immagini arrivate dal Cremlino: “Come sapete, 34 ufficiali sono stati uccisi in un attacco missilistico al quartier generale della flotta russa del Mar Nero. Le fonti disponibili affermano che il comandante della Flotta del Mar Nero era tra i morti. Molti non sono ancora stati identificati a causa della frammentazione dei corpi. Poiché i russi sono stati costretti a pubblicare urgentemente una risposta con Sokolov presumibilmente vivo, le nostre unità stanno chiarendo le informazioni. Questo fa parte della procedura di raccolta dei dati sui risultati dell’operazione”.
Nessuna certezza dunque e infatti il decesso dell’ammiraglio non è stato dato per certo da nessun mezzo di informazione internazionale. Intanto è trapelato che la notizia della morte di Sokolov era arrivata tramite un gruppo partigiano ucraino attivo sul territorio. Il gruppo a sua volta avrebbe sfruttato il malessere dei soldati russi che faticano a ricevere la paga per ottenere delle informazioni sull’attacco.
La strage della flotta russa ha dato origine a ritorsioni da parte del Cremlino che ha infatti attaccato la città portuale di Odessa in quello che Kiev ha definito “un patetico tentativo di ritorsione”. L’esercito ucraino ha inoltre affermato che l’attacco russo ha violato il diritto internazionale umanitario in quanto ha preso di mira anche diverse infrastrutture civili.
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