Domenica la camera ardente in Senato, poi i funerali di Stato in forma laica
Da tempo era ricoverato in una clinica romana, negli ultimi giorni le sue condizioni si erano aggravate, è morto ieri alle 19.45 nella clinica Salvator Mundi a Roma. Al suo capezzale c’erano la moglie Clio, 89 anni, e i figli Giulio e Giovanni, oltre al consulente per la comunicazione e amico di una vita, Giovanni Matteoli.
È stato l’undicesimo Presidente della Repubblica Italiana. Ex membro del Partitco Comunista, passato poi ai Democratici di Sinistra è rimasto in carica dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015.
Prima era stato anche presidente della Camera nell’XI Legislatura, subentrando nel 1992 a Oscar Luigi Scalfaro, salito al Quirinale. Poi era stato ministro dell’interno nel governo Prodi I, deputato dal 1953 al 1996, europarlamentare dal 1989 al 1992 e poi di nuovo dal 1999 al 2004, infine senatore a vita dal 2005, su nomina di Carlo Azeglio Ciampi, fino alla sua stessa elezione alla prima carica della Repubblica.
Nel 2011 durante la tragica crisi di governo del Berlusconi IV, avrebbe gestito la crisi con i titoli di Stato italiani sotto violento attacco degli speculatori, nominando Mario Monti a presidente del Consiglio e al conseguente insediamento del governo tecnico.
Poi, nell’aprile 2013, quando in seguito alle elezioni politiche non si riuscì a trovare una minima convergenza tra i partiti, accettò la richiesta da parte di uno schieramento trasversale di essere rieletto e il 20 aprile 2013 fu nuovamente al Quirinale con 738 voti su 997 votanti dei 1007 aventi diritto. Aveva già 88 anni e dichiarò che quella, per lui, era “una prova difficile da sostenere”, visto che “l’età e le forze sono al limite”. Col governo delle “larghe intese” nominò Letta Presidente del Consiglio, il quale però rassegnò dimissioni irrevocabili il 17 febbraio 2014, cinque giorni dopo giurava il governo di Matteo Renzi. Erano gli anni difficili, quelli in cui l’Italia temeva di finire come la Grecia (anche se, ad oggi, si direbbe in Grecia molte più cose funzionano che in Italia). Napolitano annunciò le sue dimissioni da Presidente della Repubblica nel 2014, nel discorso di fine anno, lasciò ufficialmente l’incarico il 15 gennaio 2015, dopo circa 21 mesi dall’inizio del suo secondo mandato.