Una bambina di nove anni, Debbie Lynn Randall, fu assassinata nel 1972 in Georgia. Gli investigatori hanno lavorato oltre 50 anni per identificare l’uomo che l’aveva rapita, violentata e strangolata mentre stava tornando a casa da una lavanderia a gettoni che si trovava dall’altra parte della strada di fronte casa a Marietta, città dell’area metropolitana di Atlanta.
I suoi genitori, John e Juanita Randall, sono morti senza conoscere il suo assassino. Il padre è deceduto lo scorso anno e la madre è morta di leucemia nel 2018.
All’epoca, oltre 4 mila persone iniziarono a cercarla, e il suo corpo fu ritrovato 16 giorni dopo la sua scomparsa vicino ad un incrocio di Atlanta tra Windy Hill e Powers Ferry Road, da uno studente universitario che si era volontariamente unito all’iniziativa di ricerca.
Questa settimana, l’ufficio del procuratore distrettuale della contea di Cobb ha rivelato l’identità dell’uomo responsabile di uno degli omicidi più famigerati e violenti di Marietta: William B. Rose. Un uomo imparentato con persone che vivevano nello stesso complesso di appartamenti della famiglia Randall e mai sospettato del caso fino a quando la tecnologia del DNA non l’ha collegato al delitto. Tuttavia, Rose è morto due anni dopo l’omicidio.
La svolta decisiva è arrivata grazie a un capello e a un pezzo rotondo di stoffa a fiori trovati accanto al corpo di Debbie. Un test del 2001 condotto dall’FBI sui capelli, ha ristretto significativamente il cerchio di possibili sospettati. Dall’esame del tessuto effettuato intorno al 2015 è emerso un profilo parziale di un uomo che allora non poteva ancora essere completamente identificato. Il test del DNA effettuato nel 2019 e una nuova analisi del tessuto nel 2022 hanno portato gli investigatori ancora più vicini alle risposte. Ulteriori test del DNA fatti lo scorso anno hanno poi messo gli investigatori in contatto con persone che probabilmente erano imparentate con l’assassino.
Quei parenti hanno fornito campioni di DNA per assistere le autorità, e gli investigatori hanno affermato che le prove li hanno convinti che William B. Rose avesse ucciso Debbie circa due anni prima di morire per suicidio all’età di 24 anni. La riesumazione dell’assassino dalla tomba e l’esecuzione del test del DNA sul suo corpo hanno confermato i sospetti degli investigatori.
Il fratello di Debbie, Melvin Randall, unico membro vivente della famiglia, ha appreso la notizia descrivendola come un sollievo. “Vorrei che mia madre fosse qui, ma so che ora è in paradiso e finalmente è finita e vogliamo solo dire che ringraziamo tutti voi per quello che avete fatto per far sì che questo giorno si realizzasse”, ha detto Melvin ora nonno.
Nonostante le circostanze dolorose che lo hanno circondato, Melvin ha detto di non essere arrabbiato né con Rose né con la sua famiglia. “So che anche loro stanno lottando, attraversando tutto questo. È stata dura per noi, e sono sicuro che lo è altrettanto per loro”.
Ron Alter, un investigatore di casi irrisolti, non crede che l’assassino conoscesse Debbie. Inoltre ha affermato che Rose aveva avuto precedenti arresti per incidenti legati all’alcol e che forse si era suicidato per paura di essere catturato dalla polizia in quel momento, anche se non era un sospettato.
L'essere umano, attraverso la filosofia, ha sin da sempre cercato di nobilitare sè stesso. Gli…
2012 Il 7 settembre 2012 Francesco De Maria ha incontrato l'imam Jelassi nella sua moschea…
Per ricordare questo anniversario Liliana Bressanelli ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook. *…
di Tito Tettamanti Lo scorso anno da queste colonne ho pubblicamente confessato la mia ignoranza…
Da una pagina Facebook rubiamo questa tenera poesia d'amore, d'autore (per noi) ignoto. * *…
“Ma perchè ce l’avevate tanto con Spadolini?” avevo chiesto una sera a Pavolini. “Umberto, tu…
This website uses cookies.