La notte del 13 agosto a Napoli, il 19enne Edoardo Bovini viene stroncato da un malore mentre si trova al Big Town di Napoli. Il patrigno del giovane, Buzzi, addossa la colpa dell’accaduto al gestore del locale che, a suo dire, avrebbe tardato nell’allertare i soccorsi. L’addetto, però, quella sera non era nemmeno presente al locale.
Successivamente, Buzzi ha un violento alterco con un tunisino, anch’esso ritenuto dal patrigno della vittima, coinvolto nella tragedia di Edoardo. Poi, la vendetta: l’estorsione.
Il titolare di Big Town denuncia di aver ricevuto da Buzzi un ultimatum: deve chiudere il bar entro il 25 settembre e fornirgli tremila euro. Altrimenti, il locale sarà incendiato. I dipendenti si licenziano, uno dopo l’altro, spaventati. Il titolare chiede al padre, unico a non abbandonarlo, di rimanere con lui.
Poi, venerdì sera, Buzzi passa una prima volta davanti al bar in sella a una moto, circa un’ora prima rispetto alla lite. Il barista allerta la polizia, gli passano i carabinieri, che arrivano al Big Town e se ne vanno. Non basta. Alle 23 Buzzi ritorna insieme a Piccinini, 21 anni. I due uomini hanno una tanica di benzina, entrano nel locale e iniziano a rovesciare tavoli e lanciare sedie, al punto da far saltare la luce per qualche istante. I baristi reagiscono e colpiscono il 43enne e il 21enne, con bottiglia, un coltello e una chiave inglese. Buzzi muore poco dopo l’arrivo in ospedale. Piccinini sopravvive ed è tuttora ricoverato.
I due baristi, padre e figlio, vengono accompagnati in carcere.
“Tu sei un uomo d’onore, il migliore. Napoli sei tu, non Mare Fuori o Gomorra” Così, in una lettera letta in chiesa, Ludovica, la sorella di Giogiò, ha ricordato il 24enne ucciso a Napoli.ì
La vittima era un ragazzo di 24 anni, Giovanbattista Cutolo, musicista. Il giovane è stato ucciso a colpi di pistola all’alba del 31 agosto, in piazza Municipio a Napoli per una lite per un parcheggio. Gli ha sparato un 16enne che ha confessato, la sera stessa, l’omicidio.
L’assassino ha raccontato in seguito di aver impugnato la pistola e aver fatto fuoco più volte dopo una banale lite per il parcheggio di uno scooter davanti a un pub a piazza Municipio a Napoli. La vittima era in compagnia della fidanzata quando è scoppiata la lite.
La sorella della vittima ha ricordato come suo fratello fosse un “gigante buono” talentoso musicista e, sopratutto, un rappresentate della vera Napoli, non della Napoli di Gomorra o di Mare Fuori.
Parole profonde, che dovrebbero far riflettere anche su una realtà stereotipata e diseducativa che viene, invece, promossa e propagata attraverso serie TV e quant’altro.
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