Estero

Uccise il suo stupratore: cameriera indonesiana decapitata in Arabia Saudita

Tuti Tursilawati aveva più volte detto di essersi difesa dallo stupro del suo capo, quando lo uccise nel 2010. l’Arabia saudita non ha però voluto sentire ragioni che divergessero dalle sue leggi: l’omicidio è reato, e si punisce con la pena di morte. Davanti a una Moschea, al grido di “Allah Akbar”. Decapitazione, lapidazione o impiccagione. Le donne possono scegliere di essere fucilate per non dover scoprire il capo. Turi è stata decapitata lunedì, senza che potesse appellarsi al suo paese d’origine, l’Indonesia.

Il presidente indonesiano Joko Widodo ha presentato una denuncia al ministro degli Esteri saudita dopo l’esecuzione inaspettata della cameriera Tursilawati: ha detto  di aver chiamato mercoledì il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, Adel al-Jubeir, per presentare una denuncia e chiedere perché l’Indonesia non sia stata informata che Tuti Tursilawati avrebbe dovuto essere giustiziata lunedì.

Jubeir, in visita in Indonesia, assieme al re Salman e il principe ereditario Mohammed bin Salman, ha risposto:  “L’esecuzione di Tuti Tursilawati è stata fatta dai nostri rappresentanti, a Riyadh o Jeddah”.

Una mossa “deplorevole”, come dichiarata da Muhammad Iqbal, direttore del dipartimento di protezione dei cittadini del ministero degli esteri indonesiano, che tuttavia non sembra neppure tanto convinto dell’orrore dell’esecuzione.

Turi con la madre, prima dell’esecuzione

Hikmahanto Juwana, esperto di diritto internazionale presso l’Università dell’Indonesia ha dichiarato a Jakarta Post che Riyadh ha “violato le norme delle relazioni internazionali” non informando l’Indonesia che l’esecuzione era imminente.

Il caso evidenzia la posizione difficile di molti degli 11 milioni di lavoratori stranieri di oltre 100 nazioni che risiedono in Arabia Saudita. Si stima che circa 2,3 milioni di essi lavorano nelle famiglie, spesso come camerieri o domestici.

Il sistema estero è spesso basato sul sistema legale dell’Arabia Saudita, che si basa su un’interpretazione rigorosa della legge islamica della sharia.

Proprio la settimana scorsa, l’Arabia Saudita ha arrestato 19 lavoratori dalle Filippine dopo una festa di Halloween a Riyad, secondo quanto riportato dai media locali. I 19 lavoratori sono stati rilasciati martedì, secondo il Dipartimento degli affari esteri delle Filippine, che ha anche il diritto di affrontare le accuse in quanto uomini e donne non sposati sono vietati in Arabia Saudita.

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