Primo piano

E se avesse ragione Elkann?

Alain Elkann chiama (a buon proposito) “lanzichenecchi” alcuni giovani chiassosi. E viene travolto dalle critiche. Eppure, anche se tra poco saranno adulti, sono maleducati come i mercenari che saccheggiarono Roma nel 1527, al soldo di Carlo V. Ma tutti li difendono, accusando Elkann di classismo. (Qui l’articolo di fuoco).

Lo scrittore e giornalista Alain Elkann, padre di John, editore del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari (che da anni vive a Londra e, dal 1975 al 1981 è stato sposato a Margherita Agnelli, figlia di Gianni Agnelli, da cui ha avuto John, Lapo e Ginevra), ha pubblicato un pezzo su Repubblica intitolato “Sul treno per Foggia con i giovani lanzichenecchi”, in cui espone la sua personale visione di un viaggio avvenuto in mezzo a ragazzi chiassosi, materiali e cafoni.

Apriti cielo. Lo scrittore è stato travolto dalle critiche. Sia chiaro, non è mia intenzione difendere lo scrittore che, in quanto millenials, conosco anche poco, quanto piuttosto contestualizzare il suo pensiero, che in quanto giovane professoressa, condivido. Vediamolo, quindi, assieme.

“Qualche giorno fa, dovendo andare da Roma a Foggia, sono salito su una carrozza di prima classe di un treno Italo. […] Intorno a noi, nelle file dietro e in quelle davanti, sedevano altri ragazzi della stessa età [16 o 17 anni], vestiti più o meno allo stesso modo: tutti con un iPhone in mano. “

Il magnate mette, quindi, in evidenza, la ricchezza dei giovani. Perché, si sa, un IPhone non costa 10 euro. Come se lo sono pagati? Chiedo, visto che data la minore età, non lavorano. Continua lo scrittore:

Stavo anche finendo di leggere il secondo volume della Recherche du temps perdu di Proust e in particolare il capitolo “Sodoma e Gomorra”. Ho estratto anche un quaderno su cui scrivo il diario con la mia penna stilografica. Mentre facevo quello, i ragazzi parlavano ad alta voce come fossero i padroni del vagone, assolutamente incuranti di chi stava attorno. Parlavano di calcio, di giocatori, di partite, di squadre, usando parolacce e un linguaggio privo di inibizioni”. 

Tralasciando che il miliardario sarà anche autoreferenziale (ci tiene a passare da colto, e che male c’è?), quello che – mi è parso – non ha fatto scalpore è che i ragazzi in questione fossero chiassosi e maleducati, nonché incuranti di altre persone che hanno pagato lo stesso biglietto e che, magari, vorrebbero leggere in silenzio. Continuiamo.

A un certo punto, poco dopo Benevento, mentre erano sempre seduti o quasi sdraiati ai loro posti, ammassando nei vari cestini per la carta straccia lattine di Coca Cola o tè freddo, uno di loro ha detto: «Non è che dobbiamo stare soli di sera: andiamo a cercare ragazze nei night».

I giovani sono quindi sporchi e non fanno la raccolta differenziata. Non c’è da stupirsene, basta andare in un istituto superiore in Italia nell’intervallo e, vi assicuro, penserete gli stessi concetti di Elkann, magari anche con un parole diverse

Un altro ragazzo più piccolo di statura e con il viso leggermente coperto di acne giovanile ha detto: «Macché night! Credetemi, ho esperienza. Bisogna beccare le ragazze in spiaggia e poi la sera portarle fuori e provarci. La spiaggia è il posto più figo e sicuro per beccare».

I giornalisti e i lettori ora scrivono che Elkann abbia traviato il discorso di questi cortesi giovani, essendo che, data la loro tenera età, i “night” non li hanno mai visti. E se anche fosse? Il concetto era quello, il sessismo pure, il baccano anche.

Per concludere: Elkann avrà sì utilizzato un linguaggio classista, autoreferenziale e non si sarà espresso nei migliori dei modi, ma i giovinastri, in treno, c’è da augurarsi di non incontrarli, mai. E con questo voluto anacoluto conclusivo, invito i difensori a spada tratta della gioventù odierna a farsi un giro al centro di essa.

Relatore

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