Vedendo la ieratica bellezza di piazza San Carlo a Torino, sembra quasi impossibile pensare che il 3 giugno del 2017 avvenne un disastro che causò la morte di 3 persone e il ferimento 1672. La causa? Panico e calca generalizzata causati da spray al peperoncino utilizzato da rapinatori.Per i fatti di Piazza San Carlo, a Torino, dove il 3 giugno 2017 durante una partita proiettata in maxischermo, si scatenò il panico e nella fuga e nella calca rimase uccisa una ragazza, altre 1672 persone vennero ferite e un’ulteriore donna morì per le conseguenze dei traumi subiti, l’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, Movimento 5 Stelle, è stata condannata a 18 mesi. La pena le era già stata inflitta in primo grado. L’ex sindaca di Torino annuncia: “Farò ricorso in Cassazione”, poiché, a detta della sindaca “nessuno disse che quella serata in piazza poteva essere pericolosa”Il verdetto della Corte d’Assise d’appello per i tragici fatti di piazza San Carlo durante la partita di Champions League Juventus-Real Madrid, ha parlato chiaro. Poiché a morire furono due donne e un uomo – la prima dopo dodici giorni di agonia, la seconda, rimasta inizialmente tetraplegica, deceduta dopo diciotto mesi, il terzo dopo un calvario durato due anni e mezzo e l’amputazione di un piede – sono stati però assolti l’ex questore Angelo Sanna, per non aver commesso il fatto, e l’ex capo di gabinetto della Questura Michele Mollo.I presenti, presi dal terrore, crearono, infatti, nel fuggire, una calca mortale. Ad essere imputati erano dieci persone, tra cui dirigenti delle forze dell’ordine e funzionari pubblici, che dovevano rispondere di reati colposi quali omicidio, disastro e lesioni. Le indagini appurarono infatti che, durante lo svolgimento della partita, un gruppo di malviventi utilizzò dello spray urticante per aprirsi la strada dopo aver razziato oggetti di valore tra il pubblico, facendo scatenare il panico. Un totale disastro fu causato dal fatto che, come appurarono in seguito le indagini, c’era una grave mancanza di coordinamento tra le forze di pubblica sicurezza presenti in piazza; nonché una mancanza di un punto di soccorso prestabilito in caso di emergenza; e – non da ultimo – presenza incontrollata di venditori abusivi di bevande contenute in bottiglie di vetro, i cui cocci hanno contribuito all’aumento del numero dei feriti durante la fuga collettiva. Ora l’ex sindaca Appendino dichiara: “naturalmente rispetto questa sentenza ma, una volta rese note le motivazioni, presenterò ricorso in Cassazione, sicura di poter far valere le mie tesi difensive nel prossimo grado di giudizio” e aggiunge: “Come sapete, mi sono sempre difesa dalle accuse all’interno dei processi, senza timore e a testa alta e continuerò a farlo”.Perché forse in Italia più che in ogni altro dove, è molto difficile ammettere le colpe. Per il resto, sono state quasi tutte confermate le condanne di primo grado: l’assoluzione per i componenti della commissione di vigilanza, Roberto Dosio (difeso da Claudio Strata) e Francesco Negroni (assistito da Roberto Capra), e quella per il dirigente del Comune Paolo Lubbia (difeso da Lorenzo Imperato). Sono state, invece, confermate le condanne a 28 mesi in abbreviato per Maurizio Montagnese, ex presidente di Turismo Torino, l’ente che aveva organizzato l’evento e per l’ex capo di gabinetto del Comune Paolo Giordana. La stessa pena del dibattimento di primo grado è toccata anche al dirigente del commissariato Centro Alberto Bonzano (difeso da Mauro Ronco) a un anno e quattro mesi, a un anno e due mesi invece per Marco Sgarbi, vice comandante della polizia municipale (assistito da Giacomo Gribaudi).Per la donna che rimase paralizzata e poi morì 19 mesi più tardi è stato riconosciuto un risarcimento da 1,1 milioni per la famiglia e altre provvisionali per le parti civili rimaste nel processo.