Ora che la situazione russa, nella tragedia, pare avere una svolta, ora che la grande città, polo logistico e militare della Russia meridionale, cruciale per i collegamenti con la vicina Ucraina e con la Crimea annessa da Mosca, è nelle mani di Prigozhin, vediamo assieme gli ultimi singulti di questa guerra immane.

Stando agli ultimi aggiornamenti di giugno, l’ultimo scontro si è tenuto a Kherson, dove le truppe russe hanno colpito aree residenziali della città e le truppe ucraine hanno eliminato più di quattro compagnie russe, distrutto e danneggiato 53 pezzi di equipaggiamento militare nemico.

A Kiev, invece, sono stati respinti sei missili Kinzhai, sei missili da crociera Kalibr e due droni da ricognizione.

Poi, il 12 giugno è morto l’ex Presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi. Cosa c’entra, si dirà, qual è il nesso tra il Cavaliere e la guerra in Ucraina?

Ebbene, nonostante le perdite, nel suo ultimo incontro al suo popolo, al foro economico di San Pietroburgo, Putin ha ostentato forza e decisione: la controffensiva di Kiev non mostra tuttavia alcun risultato e le perdite ucraine sono state immani: si parla, infatti, di 186 carri armati e di 418 mezzi blindati (anche americani) che la Russia ha strappato all’Ucraina. Ma non è tutto: Putin ha chiesto un minuto di silenzio per Berlusconi, commemorandone l’opera e accentuandone gli sforzi per fare avvicinare la Russia e la Nato.

Infine, l’attacco a Zelensky: non un ebreo, ma un disonore per il popolo ebraico, stando alle parole dello “Zar”. Quindi, la questione del nazismo: perché l’Ucraina avrebbe soldati di estrema destra, neonazisti, se è governata da un presidente ebreo come Zelensky? Alla domanda, mossa da un giornalista, Putin ha mostrato alcuni filmati autentici, che mostrano come un milione e mezz di ebrei fu sterminato in Ucraina dagli stessi ucraini, alleati di Hitler, sotto il comando di Stepan Bandera, alleatosi con Hitler contro l’Unione Sovietica e ancor oggi commemorato dagli ucraini in funzione antirussa.

Bandera (1909-1959) è una figura altamente controversa in Ucraina: Molti ucraini lo considerano un eroe o un martire per la lotta indipendentista della nazione, mentre altri ucraini, in particolare nel sud e nell’est del Paese, lo condannano in quanto fascista collaborazionista col nazismo e responsabile, assieme ai suoi seguaci, del massacro di polacchi in Volinia e Galizia orientale oltre che di ebrei.

Il 22 gennaio 2010 il presidente ucraino Viktor Yushchenko gli ha conferito alla memoria il titolo postumo di Eroe dell’Ucraina, ma il conferimento è stato successivamente annullato a seguito delle forti proteste che ha causato.