il Sindaco non ha riconosciuto legittimo il cognome della figlia della donna sposata alla madre della bambina
Secondo la Procura di Padova un atto di nascita registrato con “due mamme” va contro le leggi, e i pronunciamenti della Cassazione. Così, l’atto è stato dichiarato illegittimo. A Padova c’è una coppia. Di due donne. Una delle quali ha un figlio, biologico, legalizzato come figlio di entrambe. L’altra, invece, una figlia, la quale, però, non può essere ritenuta figlia di due donne. Il sindaco, cioè, rifiuta di riconoscere il cognome della madre non biologica. La coppia ha infatti ricevuto la notifica di un atto giudiziario con il quale il Procuratore chiede al Tribunale la rettifica dell’atto di nascita della bambina della coppia (registrato il 30 agosto 2017), cancellando il nome della madre non biologica, il cognome, cioè, attribuito alla figlia. Le due donne faranno ricorso: il Tribunale ha fissato l’udienza per la discussione del ricorso al 14 novembre prossimo.La coppia è composta da due donne di 40 anni, sposatesi all’estero, che hanno già un bambino, figlio biologico di una delle due donne, la quale all’anagrafe figura come il secondo genitore della bambina. Non può essere però reversibile, tale condizione, perché il sindaco di Padova si è opposto.Secondo la donna, i due bambini, sono a tutti gli effetti “due fratelli” e hanno lo stesso cognome, anche se hanno due mamme diverse. Dal canto suo, la madre biologica della bambina (moglie della madre biologica del bambino) aveva già inviato i documenti per l’iscrizione della figlia alla prima elementare con il doppio cognome.Secondo costei, “non si tratta solo di ripercussioni sulla vita sociale. Ma ripercussioni sulla propria identità, fino a prova contraria un diritto fondamentale. Un trauma personale in una fase delicata dello sviluppo, per il fatto di non avere più un fratello ed una mamma”. Dal canto suo, il Procuratore sostiene che “la giovane età della bambina esclude che la modifica del cognome come richiesto possa avere ripercussioni sulla sua vita sociale” e, ricordando i compiti di vigilanza sullo stato civile attribuiti dal legislatore alla Procura della Repubblica, ritiene “illegittima l’indicazione nell’atto di nascita in questione del nominativo” della seconda mamma (non biologica) “quale secondo genitore”.Il sindaco, Sergio Giordani, si dice ” sereno e convinto delle scelte fatte” e dichiara che “dal 2017 trascrivo gli atti di nascita delle bambine e dei bambini figli di due mamme. È un atto di responsabilità verso questi piccoli perché non accetto il pensiero che ci siano bambini discriminati fin da subito, e appena nascono, nei loro fondamentali diritti”. Una deputata del Pd, di nome Rachele Scarpa, si oppone e dichiara: “In Italia l’accanimento contro le famiglie arcobaleno inaugurato dall’ insediamento del governo Meloni sembra non conoscere tregua” concludendo che “È semplicemente atroce pensare che dei bambini di 7 anni possano ritrovarsi dalla sera alla mattina privati legalmente di una delle loro mamme ma le politiche del governo rischiano proprio questo, ossia di creare degli orfani di stato”.
(la celebre basilica di Sant’Antonio di Padova)
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