A photo taken on November 1, 2011 shows the logo of the Swiss banking giant Credit Suisse in Zurich. Credit Suisse said on November 1 that third-quarter net profit rose 12 percent from a year ago to 683 million francs (562 million euros, 776 million US dollars), but said it would cut staff by three percent. AFP PHOTO / FABRICE COFFRINI (Photo credit should read FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images)
Dopo un calendario serrato, data la sua portata e complessità, e con una corsa per fornire maggiore certezza ai clienti e ai dipendenti del Credit Suisse per evitare il panico delle partenze, è stato finalizzato lunedì l’accordo concordato quasi tre mesi fa sostenuto da 200 miliardi di franchi svizzeri di protezione alla liquidità da parte della banca centrale svizzera.
UBS ha formalmente completato l’acquisizione di Credit Suisse.
Gli azionisti di Credit Suisse riceveranno un’azione UBS ogni 22,48 azioni Credit Suisse possedute.La Finma, l’autorità federale di vigilanza, ha accolto con favore il completamento degli aspetti legali affermando che è stata portata chiarezza e stabilità al settore bancario, anche se è stata ampiamente criticata per la gestione della caduta della seconda banca più grande del nostro Paese.
UBS cercherà adesso di ridurre i rischi dell’ex banca d’affari. Questa acquisizione di “emergenza”, arrivata dopo un periodo turbolento per il sistema bancario svizzero che minacciava di riversarsi nel sistema finanziario globale, ha creato uno dei più grandi gestori patrimoniali. Il nuovo colosso UBS difatti, supervisionerà una gestione patrimoniale di 5 trilioni di dollari, dandogli una posizione di leadership nei mercati chiave che altrimenti avrebbe avuto bisogno di anni per crescere in dimensioni e raggiungere.
Il Credit Suisse ha dovuto affrontare un potenziale esodo degli azionisti in coincidenza con le indagini di governi come gli Stati Uniti, e un’ondata di indagini dei media che esponevano la banca come un rifugio sicuro per i clienti inopportuni. La fusione tra i due istituti, pone fine anche ai 167 anni di storia del Credit Suisse, segnati (negli ultimi anni)da scandali e perdite.
Le due banche impiegano congiuntamente 120mila persone in tutto il mondo, sebbene UBS abbia già dichiarato che taglierà i posti di lavoro per ridurre i costi e sfruttare le sinergie, annunciando anche una serie di cambiamenti gestionali. Degli oltre 160 leader confermati in UBS, oltre un quinto proviene dal Credit Suisse.
Il CEO Sergio Ermotti ha avvertito che i prossimi mesi saranno “irregolari” poiché l’assorbimento di Credit Suisse sarà un processo che secondo lui richiederà dai tre ai cinque anni, segnalando decine di miliardi di dollari di potenziali costi e benefici, ma anche l’incertezza che circonda quei numeri.
La sovrapposizione delle due banche potrebbe produrre risparmi significativi, ma Ermotti dovràtenere conto delle pressioni dell’opinione pubblica per preservare l’attività interna del Credit Suisse con il proprio marchio, identità e soprattutto forza lavoro. Un’acquisizione così grande lascerà in difficoltà per mantenere tutto il personale.
“Ora siamo un’unica azienda globale svizzera e, insieme, siamo più forti. Quando inizieremo a gestire il gruppo bancario consolidato, continueremo a essere guidati dai migliori interessi di tutti i nostri stakeholder, inclusi gli investitori”, ha affermato il presidente di UBS, Colm Kelleher.
Ma esiste anche un’altra preoccupazione. La nuova banca sarà troppo grande con un bilancio circa il doppio delle dimensioni dell’economia svizzera. Questo significa che UBS potrebbe dover procedere con cautela per evitare di essere esposta a normative e requisiti patrimoniali ancora più severi che le sue nuove dimensioni richiederebbero.
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