Primo piano

Padri e figlie, un pregevole melodramma melenso

Può sembrare strano che un regista italiano – in questo caso Muccino – diriga un film tutto straniero. In “Padri e figlie” (2015), reggono le fila del teatro Russel Crowe, nei panni di Jake Davis, uno scrittore affermato e Amanda Seyfried, nei panni di Katie Davis, la sua bambina.

A salvare il film dalla glassa di melodramma melenso è la bravura di Amanda Seyfried che con la sua inquieta bellezza interpreta alla perfezione una giovane donna traumatizzata sin dall’infanzia, che deve convivere con il proprio dolore e, alla fine, riuscirà a superarlo ma soltanto con l’aiuto dell’amore e – cosa non da poco – il perdono. La trama, quindi, è prevedibilissima.

Il film si sposta su due piani, da un lato quello dell’infanzia, dall’altro quello della vita adulta di Katie. Apertasi con un incidente stradale, nel quale la mamma di Katie perde la vita (stava litigando col marito, in seguito ad un tradimento), la narrazione prosegue con la vita da “ragazzo padre” di Jake, che di professione fa lo scrittore ma i suoi romanzi vengono, di tanto in tanto, stroncati dalla critica. Dopo l’incidente, divorato dal senso di colpa, l’uomo ha seri problemi neuropsichiatrici, perciò Katie viene affidata temporaneamente alla zia materna Elizabeth (Diane Kruger), la quale vorrebbe adottarla e vede in Jake solo l’assassino di sua sorella.

Contemporaneamente, vediamo Katie adulta, affermata psicologa, che vede nel caso di Lucy, una bambina orfana di madre, la sua stessa situazione, e riesce nel farla progredire dopo il trauma. Tuttavia, la giovane psicologa ha un lato oscuro, che le proibisce di amare e, al contrario si dà a svariati rapporti sessuali occasionali, anche dopo aver conosciuto Cameron (Aaron Paul), il quale l’ammira per essere la figlia dell’ormai defunto scrittore, ma la lascia, disgustato, non appena scopre il tradimento. Per poi perdonarla, alla fine, dopo che la ragazza ha scoperto di amare, davvero.

La trama, nel complesso, è carina, se non fosse per l’indugiare troppo a lungo sul contrasto tra le scene sdolcinate padre/figlia e la malattia di Jake; la fotografia molto bella, gli attori molto bravi.

Insomma, psicologia colta sul punto, narrazione prevedibile.

Relatore

Recent Posts

Crollo delle borse come scialuppa di salvataggio

Attualità  Immagine tratta da Pixabay  Francesco Pontelli - Economista - 7 Aprile 2025 Il crollo delle…

3 ore ago

Anna Bolena non seppe conservare l’amore del Re

Ecco una ricostruzione della vita di Anna Bolena dal 25 gennaio 1533, data delle sue…

4 ore ago

LEGGERE FICHTE NELL’EPOCA DI TRUMP

Attualità de “lo stato commerciale chiuso” di Fabio Traverso  |  Il dibattito politico-economico internazionale è…

8 ore ago

Giuda Iscariota, il più fedele discepolo di Gesù

La traduzione di un manoscritto risalente agli anni tra il 220 e il 340 d.C.…

9 ore ago

7 aprile 1167. Il Giuramento di Pontida: la vittoria delle comunità locali contro all’impero di Barbarossa

Pontida, 7 aprile 1167. Tra i monti silenziosi e i cieli gonfi di pioggia primaverile,…

20 ore ago

Il contributo di Valeri Poliakov alla medicina spaziale: un pioniere della scienza e della salute nello spazio

Valeri Poliakov è uno dei più importanti astronauti e scienziati della storia dell'esplorazione spaziale, noto…

1 giorno ago

This website uses cookies.