Con Stravinskij e Chanel ebbe inizio l’eterno connubio tra l’eleganza e il lusso
Cento anni dopo musica e moda s’incontrano di nuovo. È il 1920 e nella città gioiello di Francia s’incontrano due giovani artisti. Lei è la francese Gabrielle Bonheur Chanel, lui il russo Igor Fedorovic Stravinskij.
Lei è cresciuta in un umile collegio, ha lavorato come sarta, ed è da tutti conosciuta come l’emergente stilista Coco Chanel. Da lì a sei anni dopo, quando i suoi capi sbarcheranno oltremanica, introdurrà nel mondo della moda innovazioni destinate ad un’emulazione senza tempo. Dal taglio corto di capelli, ai vestiti elegantemente semplici, poiché ella, dice “veste donne pratiche, non le oziose donne di un tempo, a cui le cameriere dovevano infilare le maniche.” Per il suo pubblico disegna dunque vestiti dalla linea dritta ed elegantemente semplice. È la classicità, che dopo gli eccessi della fin du siecle, torna a trionfare. Fino a le petite robe noir , tubino nero che molti paragonano ad un’altra innovazione, l’automobile, e che Chanel dic.-àhiarerà di aver preso dalla divisa delle impiegate, belle, nella loro pratica ed elegante semplicità. Poiché la bellezza dell’abito non è insita in esso, quanto nella persona che lo sappia interpretare. “la moda sono io” dichiarerà, ormai matura, la stilista. Allo stesso modo, le note non basta saperle leggerle, ma interpretarle, donare loro l’anima. Così sa egregiamente fare il musicista che incontra la stilista.
Oggi lo scettro della casa di moda è passato nelle mani del “Kaiser” Karl Lagerfeld, colui che più d’ogni altro ha saputo tramandare la “rivoluzione della moda” che Coco lanciò un secolo fa. Quello stile, identificabile all’istante, trionfa oggi in una silhouette sottile, che non oltrepassa la caviglia, in un tripudio di scintillante eleganza, principescamente attualizzata. Le modelle hanno un trucco allungato, esotico, e le calzature, classiche e perlate, hanno la zeppa in sughero, tocco di straordinaria modernità. Ventagli ellittici formano le maniche, richiamando lo splendore dello stile impero, perfettamente calato in una nuova epoca. Tocchi di grazia che rendono il lusso, senza eccedere: talvolta un lungo tulle leggero, talvolta un’ape di strass posizionata sullo spallino o sugli intramontabili colletti ellittici che tanto slanciano il collo. Le indossatrici paiono dame viennesi, eppure all’ultimo grido dei giorni nostri. Sembra quasi sfilare danzando, sulle note di Petruska.
Chantal Fantuzzi
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