In occasione delle elezioni ‘23 ecco l’intervista ad una cellula locale di ecoattivisti per il clima. Una forza extraparlamentare che non corre né per il CdS ne per il GC, ma vi è antagonista. Un’intervista difficile, in quanto con la nuova legge antiterrorismo anche i più moderati, od ancora chi vi scrive potrebbe teoricamente venir interrogato. Eppure, questa è una realtà che volenti o nolenti, fautori o detrattori, esiste. Intervista che non vincola il portale e che non è ammissione di colpa da parte delle persone informate dei fatti a cui sono state rivolte le domande.
Preferiamo essere chiamati gruppo locale e non cellula locale – il termine evoca cellula terroristica, un abbinamento che non ci appartiene per niente. Siamo non violenti ed il nostro scopo è quello di risvegliare la popolazione dal suo torpore e fare pressione sui politici per agire. Abbinarci ad ecoterroristi o gruppi violenti purtroppo fa molto comodo ai servizi di polizia e di sicurezza per reprimerci ancora di più ed ai media per generare click, ma è assolutamente opposto alla realtà.
Dicevamo, siete veramente antagonisti che vogliono sovvertire l’ordine naturale delle cose?
L’ordine naturale emana dalla natura stessa – è l’uomo che, nel suo delirio di onnipotenza e possesso, sta cercando di sovvertirlo ai suoi desideri e capricci. Dobbiamo imparare nuovamente che ci sono dei limiti al consumo ed allo sfruttamento delle risorse. Noi vogliamo semplicemente sovvertire l’inazione ed il silenzio della politica, ma anche il torpore in cui gran parte della nostra società si trova quasi per inerzia, perché la crisi si aggrava e non rimane molto tempo per cambiare le cose. Da un certo punto di vista noi siamo la natura che si difende.
Più che attivisti, vi si potrebbe vedere come avanguardia artistico-sociale. Avete un’idea per la società ed uno stile di vita che è uno strappo rispetto alla società di oggi, le vostre costruzioni di aste e corde installate temporaneamente sono una corrente architettonica molto interessante che incuriosisce assai, avete una produzione grafica e state influenzando il corso degli eventi. Voi come vi vedete?
Ognuno di noi è parte di qualcosa di più grande. Noi siamo un movimento non violento e utilizziamo vari metodi d’azione, inclusa la disobbedienza civile, con lo scopo di cambiare la traiettoria del riscaldamento globale ed evitare (troppa) distruzione e sofferenza per gli esseri umani e le altre specie viventi sul nostro unico pianeta. Allo stesso tempo vogliamo essere il cambiamento che vorremmo – uno stile di vita più vicino alla natura, rigenerativo, più empatico e solidale. La creatività è parte di noi, come lo è la necessità di trovare forme sempre più dirette ed efficaci per smuovere le cose. I cosiddetti “beacon” sono uno dei risultati: strutture di bambù e corde di metallo che possono essere costruiti con pochi mezzi e servono come simbolo ma anche come ostacolo. La nostra comunicazione grafica, diretta e pungente ne è un altro. Questi sono i nostri mezzi nel confronto impari con un sistema economico e sociale che continua a rovinare il nostro pianeta e la vita di moltissimi esseri umani.
Molti altri vi vedono invece come …un ammasso di (G)retini (per citare Feltri).Avete un messaggio per loro?
Il messaggio per queste persone è di apertura e solidarietà – la crisi climatica e le sue devastanti conseguenze, anche per la mancanza di prospettive di cambiamento sociale o alternative al sistema attuale, sono temi difficili da contemplare, specialmente in un mondo che va a 200 all’ora. Le varie crisi sociali ed economiche, così come la guerra in Ucraina, creano ancora più incertezze e timore in ognuno di noi. In un paese come la Svizzera molti di noi potrebbero avere il sentimento rassicurante che la crisi climatica sia lontana o che facciamo già abbastanza – non è così e la diminuzione progressiva dei ghiacciai è solo uno dei segni che le cose stanno cambiando anche da noi. L’unico modo per cambiare le cose è farlo in maniera solidale ed insieme, mettendo da parte le nostre divergenze su altri temi e di lavorare tutti insieme su come mitigare la crisi climatica e dare una speranza alle popolazioni già colpite fortemente e alle generazioni future. La scienza è chiara: la crisi climatica è qui ed incombe su di noi. Senza azioni decisive andiamo incontro ad un futuro che non nessuno di noi vuole.Per quanto riguarda Feltri, e molti dei media, loro fanno la parte degli utili idioti e servono gli interessi del capitale finanziario e delle grandi lobby economiche, ed il loro ego. Un giornalismo che si rispetti cerca di mostrare come funziona il potere e lo mette sotto pressione, mentre Feltri e compagni sono soltanto i cani da guardia dei potenti e con il loro silenzio sono complici nel peggiorare del disastro ecologico.
Trattandosi di cantonali ’23, possiamo essere tranquilli, non vi candiderete per il palazzo delle Orsoline? La vostra agenda e quella politica saranno prive di interazioni? Qual è il vostro programma?
No, come movimento il nostro posto non è al palazzo delle Orsoline ma fuori, a fare pressione senza compromessi sulla politica perché inizi seriamente a fare qualcosa – è lì che avremo le interazioni con la politica. Poi ognuno di noi, a livello personale, può anche entrare in politica come indipendente od anche in un partito. Il nostro programma è semplice: i governi devono dire la verità sulla crisi climatica, cioè su quanto poco tempo ci rimanga per fare qualcosa; agire subito per arrestare la perdita di biodiversità ed ad azzerare le emissioni al più presto possibile; infine creare delle assemblee cittadine sulla giustizia climatica e sociale, cioè ridare la voce alla popolazione per rifondare il nostro modo di vivere dal basso. Concretamente qui in Svizzera significa fare pressione sulla politica, ma anche sulla BNS e le grandi banche che continuano ad investire in energie fossili inquinanti. Inoltre, la Svizzera è il luogo privilegiato da molte grandi aziende di trading di materie prime, carbone e petrolio, e molte multinazionali altamente inquinanti a livello mondiale come Holcim, Nestlé, Lonza, etc. Ed il Ticino gioca la sua parte, con forte presenza di capitali legati alla finanza e il trading di materie prime. Nonostante la taglia ridotta, la Svizzera ha un impatto ecologico devastante a livello mondiale.
Parlando di Extinction Rebellion, piuttosto che Fridays for future e tutta la galassia attivista vengono in mente azioni piuttosto violente, o quanto meno “radicali” che si discostano dalla visione dell’ecologista a cui ci eravamo abituati, almeno da Camenisch in poi. È necessaria tutta questa violenza? Qui vorrei inoltre porre l’accento su quanto a parer vostro i media amplifichino questa visione, o se in realtà sia abbastanza accurata?
Noi siamo un movimento non violento. La violenza contro esseri viventi è contraria a tutti i nostri principi. Le nostre azioni cercano di avere una forte componente visiva ed emozionale per risvegliare il torpore della nostra società. Ultimamente alcuni movimenti per il clima vengono etichettati come eco-terroristi, ma imbrattare il vetro protettivo di un’opera d’arte oppure sedersi in strada non è violenza e sicuramente non è terrorismo – è una forma legittima di disobbedienza civile non violenta, utilizzata da movimenti lungo tutto lo spettro politico e sociale. Per ricordare un esempio locale, la carovana della libertà leghista, oppure quando l’ATA e altri avevano bloccato il valico di Brogeda. Le nostre azioni sono più che necessarie, vista l’apatia generale e l’inazione. Nonostante la situazione e tutti gli appelli della comunità scientifica, i media invece preferiscono parlare in modo sensazionalistico e moralistico delle nostre azioni invece di concentrarsi sulla crisi climatica e di come il nostro governo non stia facendo abbastanza, e men che meno delle nostre idee e proposte. Se lo facessero non avremmo bisogno di fare le nostre azioni. La vera violenza viene fatta su tutti noi, con l’aria inquinata che respiriamo, i pesticidi e le microplastiche nel cibo e nell’acqua, la drammatica riduzione di animali selvaggi, insetti e biodiversità. Violenza è la distruzione di interi villaggi e comunità e l’uccisione di attivisti indigeni con il solo scopo di estrarre e sfruttare risorse. Per non parlare della violenza che dovranno vivere le future generazioni a cause delle scelte che (non) stiamo prendendo oggi.
Senza voler accusare nessuno, è probabile che vedremo attivisti incollati in qualche museo di Arte & Cultura del Ticino pronti ad inondare l’arte con zuppa in scatola? Fotografi ammessi?
Chi lo sa… ma sicuramente i fotografi saranno i benvenuti!
Sempre in ottica elezioni ’23, credete che la politica abbia fatto qualcosa per evitare le vostre peggiori previsioni? Ed i politici in jet che parlano di clima sono credibili?
No, la politica non ha fatto abbastanza – il problema del riscaldamento globale e della perdita di biodiversità è conosciuto da più di 30 anni. Nonostante ciò, la situazione peggiora sempre di più. La politica è ostaggio dei poteri economici e finanziari che spingono per sempre più consumo e sempre più profitto. E finora le loro promesse si sono rivelate solo parole al vento. Abbiamo bisogno di una nuova generazione di politici: la preoccupazione principale dei nostri rappresentati deve essere la questione climatica e i suoi risvolti sociali, non la crescita dell’economia. Come si può fare fiducia ad una conferenza come la COP27 sponsorizzata dalla Coca-Cola e a cui partecipano più delegati della lobby del petrolio e gas che delegati delle nazioni più colpite? La credibilità non è la sola cosa che i politici hanno perso, ma anche la vergogna. Una volta almeno i politici sapevano che avrebbero perso la faccia per aver mentito così apertamente e non essersi occupati di un problema così grave, ritirandosi a miglior occupazione. Ora parlano tutti di proteggere l’ambiente ma continuano a difendere un sistema economico e sociale che ci porta alla rovina, e che finanzia le loro campagne.
Avete un messaggio al pubblico che vorreste lanciare, in ottica dei prossimi mesi?
Lo stesso messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite e della stragrande maggioranza della comunità scientifica: siamo a livello “ALLARME ROSSO” e di rischio estremo, senza azioni decisive per ridurre l’inquinamento e la distruzione dell’ecosistema si rischia lo sregolamento degli equilibri ecologici e climatici con conseguenze imprevedibili ma sicuramente letali. Dobbiamo unirci e pretendere che i nostri governanti rispettino la costituzione, in particolare gli articoli 2.2 [“La Confederazione Svizzera promuove in modo sostenibile la comune prosperità, la coesione interna e la pluralità culturale del Paese.”], 2.4 [“La Confederazione Svizzera impegna per la conservazione duratura delle basi naturali della vita e per un ordine internazionale giusto e pacifico.”], 73 [“La Confederazione e i Cantoni operano a favore di un rapporto durevolmente equilibrato tra la natura, la sua capacità di rinnovamento e la sua utilizzazione da parte dell’uomo.”] e 74.1/.2 [“La Confederazione emana prescrizioni sulla protezione dell’uomo e del suo ambiente naturale da effetti nocivi o molesti e si adopera per impedire tali effetti. I costi delle misure di prevenzione e rimozione sono a carico di chi li ha causati.”]
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intervista di Maurizio Taiana