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C’È LA CRISI MA LE TASSE AUMENTAN0

Francesco Pontelli – il Nuovo Giornale Nazionale – 3 novembre 2022

I conti irrimediabilmente alla fine emergono sempre e permettono di avere un quadro complessivo dell’operato  del governo Draghi. 

La Cgia certifica come le risorse finanziarie messe a disposizione, del sistema economico industriale e dei cittadini italiani, oppressi tanto dall’inflazione quanto dall’esplosione dei costi energetici, ammonti  a 62,2 miliardi ( fonte Cgia ).

Una cifra sicuramente inferiore a quanto disposto dai governi tedesco e francese,  i quali si sono potuti avvalere  di una situazione sicuramente migliore delle finanze pubbliche rispetto a quelle italiane, esemplificati da un migliore rapporto debito pubblico e Pil. 

Tuttavia , il confronto con le manovre finanziarie straordinarie  dei paesi della Unione andrebbero considerate addirittura fuorvianti,

in quanto il termine di paragone dovrebbe,  anzi deve,  assolutamente essere con il maggiore incremento delle entrate fiscali legate all’aumento della base nominale imponibile come conseguenza della stessa inflazione. 

Va , infatti, ricordato come  lo stato abbia incassato 73 miliardi (fonte il Sole 24 Ore ) in ragione proprio  del fiscal drag. 

Come elementare conseguenza   emerge evidente la differenza tra l’ammontare delle risorse finanziarie “straordinarie”  destinato alle difficoltà  del paese e le maggiori entrate fiscali incassate dallo Stato  medesimo.

Questa distonia tra uscite e maggiori entrate si manifesta in virtù di una “inevitabile conseguenza delle straordinarie. condizioni, e contabilmente va indicata  in  un aumento netto delle entrate dello stato di oltre  nove (9) miliardi.

Di fatto proprio nella straordinarietà anche delle aspettative del paese  le disponibilità destinate come sostegno alle esigenze economiche e sociali del paese sono state, invece, ridotte dal governo. 

In altre parole, dopo due anni di pandemia,  ed ora all’interno di una economia di guerra, in più ora  con la sicurezza di essere ormai ai margini di una recessione tecnica (fonte Fmi), lo Stato ha aumentato le proprie disponibilità economica grazie alle maggiori entrate fiscali, le quali non tutte sono state rese disponibili: avviando una vera e propria azione speculativa  proprio durante una insostenibile crisi dell’intero sistema industriale economico e sociale italiano. 

Una semplice operazione di calcolo, tra nuove entrate fiscali e le risorse “straordinarie”  del governo Draghi, dimostra come in verità siano addirittura diminuite nel complesso. 

I numeri non si prestano ad  essere interpretati con la lente dell’ideologia politica e del  interesse di partito o di una qualizione politica. 

Ecco come,  attraverso  un semplice operazione,  emergano le motivazioni ma soprattutto le responsabilità, per le quali  il nostro paese si trovi a pagare maggiormente  le conseguenze di una crisi continentale.

Relatore

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