Nel contesto delle elezioni ’23 incominciamo a vedere alleanze sia a sinistra che a destra. A sinistra in particolare PS e Verdi, a destra Lega UDC. Mps sembrerebbe corteggiare il Forum Alternativo. Mps e FA si uniranno al grido di un’unica faccia?
In realtà prima di proporre una presunta unità con il FA, MPS si era mosso verso Verdi e PS: ma era tutta una finta, creata appositamente per farsi rispondere picche ma dare comunque l’immagine di essere loro quelli aperti. Chiunque fa politica in Ticino conosce l’opportunismo del Movimento Pronzini-Sergi. Sono stato il segretario politico che ha spinto il PC ad allearsi con MPS dal 2011 al 2019 e non lo rifarei più: abbiamo metodi di lavoro ma anche obiettivi del tutto diversi. Qui non si tratta di giocare a fare una sterile opposizione cosiddetta “anti-capitalista” in realtà solo urlata, tanto per fare show e avere le telecamere puntate addosso: bisogna lavorare per migliorare questo paese, perché fra guerra alle porte, rincaro e troppa gente che fatica ad arrivare a fine mese dobbiamo trovare soluzioni coraggiose e concrete.
Da PLR e Centro invece sembrerebbe che per intanto valga la regola “meglio da soli che mal accompagnati”. Regola valida anche per voi?
No, questa frase non ci appartiene: siamo pronti ad allearci per costruire maggioranze che permettano di conquistare diritti per i lavoratori, ci mancherebbe. Ma l’unità non deve diventare sinonimo di un’accozzaglia con dentro di tutto e di più, magari solo per recuperare qualche scheda: noi puntiamo non solo sulla chiarezza dal punto di vista del programma, ma anche su una coerenza di fondo. Chi ha seguito il lavoro dei due granconsiglieri del PC, della nostra municipale e della dozzina di consiglieri comunali sa che siamo una realtà seria e utile, con questa credibilità ci presentiamo nuovamente alle elezioni. Il PC però, con senso di responsabilità, vorrebbe provare a unire i comunisti: per questo abbiamo proposto al Partito Operaio e Popolare (POP) di fare una lista unica che si basasse su tre concetti: ovviamente difesa dei diritti del lavoro e difesa del servizio pubblico, ma anche – ed è fondamentale oggi – difesa assoluta della neutralità svizzera, contro l’UE e la NATO!
Tematiche come la neutralità assoluta vi hanno de facto messo in rotta con praticamente tutto il centro/sinistra che si dimostra interventista. È veramente possibile dire “non sono d’accordo” nella sinistra ticinese? Il prezzo da pagare non è forse troppo alto?
Il prezzo da pagare è alto sì, ma lo dicevo prima: noi ci presentiamo alla popolazione come partito con una visione chiara dell’attualità e che sa unire la politica estera con quella locale in modo coerente. Se questo significa perdere voti, lo accetteremo: l’opportunismo non ci appartiene e alla lunga non paga mai! Sono stati mesi duri: ci sono stati docenti – pochi per fortuna – che hanno persino additato i nostri studenti come “amici di Putin” davanti alla classe solo perché chiedevano una discussione meno unilaterale su quanto accadeva, uno schifo anche dal punto di vista del clima pedagogico. Il PC ha poi subito una vergognosa campagna mediatica e un quotidiano bellinzonese ci ha persino definiti “rossobruni” (un modo importato dall’Italia per dire “fascisti”) e come guerrafondai (noi, che siamo il Partito che più di tutti ha sostenuto il Movimento Svizzero per la Pace in questi anni). Questa “guerra psicologica” contro chiunque non accetti la propaganda atlantista è grave, lede ogni principio democratico e di libertà di discussione, spacca il Paese quando invece dovremmo unirci a tutela della nostra sovranità e neutralità per non farci coinvolgere in una guerra che rischia di essere devastante e i cui primi effetti li stiamo subendo sul piano economico e delle bollette. C’è un disegno per omologare la sinistra non solo a una visione geopolitica atlantista ma anche a un modello culturale “liberal”: noi invece restiamo marxisti e non ci vergogniamo di dire che vogliamo costruire una “alternativa patriottica e di sinistra” (è lo slogan del Partito Comunista Portoghese, non l’ho inventato io).
L’opposizione al miliardo di coesione per l’UE, anzi, all’UE in toto, l’apertura a nuovi mercati ed altri temi di natura nazionale/internazionale invece fanno combaciare la vostra politica estera ..alla politica della Destra. Volete essere l’unica sinistra accettabile per i conservatori?
Mi scusi ma lei pone la domanda in modo sbagliato, come se dietro ci fosse un calcolo per strizzare l’occhio a qualcuno. Guardi: noi non facciamo politica così, le ripeto, diciamo le cose come stanno e siamo coerenti. Basta studiare la storia del Partito del Lavoro per vedere che non abbiamo inventato nulla. I comunisti sono sempre stati per la neutralità svizzera fin dai tempi del Piano Marshall, ad esempio. La critica all’UE non è mai mancata, anche se negli anni ‘90, complice la crisi del movimento comunista internazionale, bisogna ammettere che è stata confusa e debole. Ma quei tempi sono stati per fortuna superati e il PC sta recuperando la tradizione di cui siamo eredi, quella del PdL di Pietro Monetti che non è mai stato “liberal”. Noi crediamo che solo diversificando i propri partner economici e aprendo relazioni con le nazioni emergenti la Svizzera, neutrale e indipendente, potrà avere un ruolo nel futuro mondo multipolare: USA e UE sono in declino irreversibile, è nel nostro interesse nazionale trovare nuove vie. Noi come Partito Comunista vogliamo costruire una nuova unità con tutti coloro che dimostrano buon senso, che hanno i piedi per terra e che non vogliono finire carne da cannone per Biden o per la Von den Leyen! Questa è l’unità da cercare, con quei settori della popolazione che forse non hanno mai votato comunista e ancora ci guardano con sospetto ma che oggi, nel disastro sociale in cui l’Europa e il nostro Paese si trovano, con la guerra e l’inflazione, sono disposti a cercare un’alternativa equilibrata, propositiva, attenta al sociale, rispettosa della storia ma nel contempo giovane.
Cosa pensate del fronte della sinistra istituzionale? L’uscita di vertici PS dal partrito è la conferma che a sinistra sono un po’ pecore ?
Il PS è un partito indipendente che ha un suo dibattito interno e io mi attengo scrupolosamente al principio di non ingerenza: evito quindi di commentarlo finché è in corso. Dubito però che quando c’è un dibattito anche forte si abbia a che fare con “pecore”. Durante una recente assemblea del PC ho spiegato ai miei compagni che noi riconosciamo la funzione progressiva che la socialdemocrazia ha sul territorio. Sarebbe ingeneroso negarlo perché su molte questioni a difesa della socialità e dei diritti sindacali lavoriamo bene con il PS, tuttavia occorre essere chiari: non siamo “junior partner” del PS e non ci facciamo dettare l’agenda politica da nessuno, soprattutto se questo significa cedere le nostre posizioni contro l’europeismo e a favore della neutralità!
Ed invece della destra? La congiunzione di liste è la prova che l’UDC non è ancora riuscita ad avere candidati così forti da dimostrarsi indipendente come liberali ed uregiatti?
Premesso che si tratta di una lista unica UDC-Lega e non di una congiunzione di liste, anche qui preferisco non intromettermi in questioni che riguardano altri partiti. Mi permetto di avanzare solo un appello ai dirigenti di tutti partiti, da destra a sinistra: non basta avere candidati forti nel senso di capaci di prendere molti voti, perché questo non è sufficiente a garantire una qualità del lavoro politico. Il dramma è lo svilimento dell’attività parlamentare, ci vuole quindi una maggiore formazione politica all’interno dei partiti e di conseguenza una selezione più accurata dei candidati, che abbiano senso politico, così da garantire un dibattito serio e rigoroso, oltre che rappresentativo di tutte le sensibilità del paese.
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