Svizzera

Ignazio Cassis in visita in Ucraina. Marco Chiesa: “Viaggio inutile e controproducente”

Ignazio Cassis ha visitato, in qualità di presidente della Confederazione, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La visita a sorpresa si è svolta sul territorio ucraino ed è servita a esprimere “l’assistenza svizzera in favore dell’Ucraina in un contesto bilaterale e multilaterale”. Oltre a Cassis anche alcuni parlamentari si sono recati in Ucraina tra cui la consigliera nazionale Marianne Binder,  il consigliere agli Stati Mathias Zopfi, ma anche Patricia Danzi, capo della Direzione dello sviluppo e della cooperazione, e Dominique Paravicini, delegato del Consiglio federale per gli accordi commerciali. La visita era stata tenuta segreta fino alla mattina stessa per garantire la sicurezza di tutti i soggetti coinvolti. “Non potevamo certo immaginare un anno fa che ci saremmo incontrati oggi in queste terribili condizioni. Abbiamo visitato questa mattina due città della periferia di Kiev e abbiamo potuto vedere con i nostri occhi la distruzione delle bombe e dei missili russi” ha dichiarato il presidente. 

Dall’Ucraina Cassis si recherà poi in Moldova. Ha così commentato la sua visita nell’est Europa: “Questa visita oggi a Kiev è dovuta. È dovuta a un anno dall’ultima mia presenza e a quasi sei mesi dalla conferenza di Lugano. Si tratta da un lato di fare un bilancio della situazione, dall’altro di vedere quali sono i prossimi passi per la ricostruzione, con quale tempistica e da ultimo valutare gli altri bisogni umanitari”. 

La visita del presidente elvetico in Ucraina non ha lasciato indifferente il panorama politico svizzero. Il presidente dell’UDC Marco Chiesa ha espresso il suo dissenso definendo il viaggio “inutile e controproducente”, nonché una minaccia per la neutralità svizzera. Di tutt’altro avviso il socialista Fabian Molina che vede invece nel gesto un’indispensabile espressione di solidarietà: “Nella costituzione svizzera è ancorata la promozione della democrazia, della pace, dei diritti umani ed è quindi giusto che la Svizzera stia dalla parte del Paese attaccato”. 

MK

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