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Cattivi Maestri – di Tito Tettamanti

Tra i cattivi maestri, a mio parere, va annoverato Michel Foucault, importante filosofo del 1900 citato spesso assieme ai due connazionali contemporanei Jacques Derrida e Jacques Lacan – brillante professore e personalità originale. Rientra nel novero dei numerosi intellettuali di sinistra avversari del nostro sistema, che cercano di abbattere minando il concetto di autorità. Al centro della sua critica troviamo le sue teorie sulla sessualità e relativi concetti di permissività, di licenza nei costumi alle quali forse non erano estranei difficoltà, angosce e inclinazioni personali. L’uomo se da un lato ha suscitato l’entusiasmo degli affascinati dal suo pensiero e dalla sua personalità, è stato molto discusso, le sue tesi ritenute esasperate anche per sospetti comportamenti pedofili durante un suo viaggio in Algeria, sospetti che ha contestato. D’altro canto frasi equivoche in materia di pedofilia sono state successive derive di quelle università non è aliena la sua influenza intellettuale. I suoi testi non sono di facile lettura ma è comprensibile come certe affermazioni, anche perché grossolanamente assorbite, possano aver avuto notevole influenza sulla concezione e qualificazione di abitudini sessuali e possano servire da confusi alibi per personali deviazioni. Legittimo il diritto di Foucault di diffondere e difendere le sue idee, ma altrettanto legittimo quello della critica che denuncia la sovversiva pericolosità delle tesi e delle relative possibili conseguenze. La storia ci narra di usi e costumi sessuali diversi, anche licenziosi e sfrenati, nel corso dei tempi ed ogni civiltà stabilisce quelli che considera i limiti della libertà sessuale. La nostra sinora non si interessa di cosa e come adulti consenzienti facciamo sotto le lenzuola protetti oltretutto dalla privacy, fissa però limiti per la protezione dei minorenni, più facile presa nella loro ingenuità e curiosità o timore della lascività dei più anziani e oggetto di attenzioni e atti che possono lasciare traumi che condizionano per tutta la vita. La società per volgare ignoranza ha sbagliato fino ad un passato recente nell’atteggiamento verso coloro che presentano biologicamente caratteristiche che portano alla ricerca di affetti diversi. È giusto che ce ne scusiamo. Per contro, sulla protezione dei minori eccessive permissività e tolleranza che conducono a giustificare l’egoismo della libidine di persone maggiorenni non è tollerabile, e non si può dimenticare la presenza e pericolosità anche di una pedofilia molto più diffusa di quanto si pensi. In questi giorni a Lugano si parla di un caso di un docente che venendo arrestato ha confessato di avere avuto rapporti sessuali completi con un’allieva (aggravante) quindicenne. Si è aperto un procedimento penale che avrà il suo corso e non mi permetto di anticiparlo ma i fatti riconosciuti e ammessi giustificano qualche riflessione. Ci si può chiedere quale lettura dare alla concatenazione dei fatti. Si parte da un lavoro di tesi del docente che sceglie quale tema – indubbiamente insolito – la sessualità degli antichi romani, per lo sviluppo dello studio gli allievi minorenni vengono sollecitati con delle interrogazioni indiscrete e via chat sulla loro sessualità ed impulsi ed infine si arriva ai rapporti sessuali con un’allieva (aveva risposto all’inchiesta?) e ai palpeggiamenti di un’altra. Ora, di fronte alle preoccupate immediate reazioni dei genitori che hanno sospettato, non a torto, il peggio e informato i superiori, l’allarme sarebbe dovuto immediatamente scattare. Purtroppo non solo non consta si sia avuta una qualche reazione ma il docente è stato pure promosso a direttore. A questo punto diventa essenziale una domanda: perché non si è reagito? Questo è un interrogativo che non concerne la magistratura ma la società. Vi sono nei settori della scuola seguaci del pensiero di Foucault? Oppure si è tollerato perché dei nostri giorni si ha paura di non essere sufficientemente moderni? Aperti alle idee anche fumose e strane di presunto progresso? O per il quieto vivere e per non passare per bigotto? Queste prove di distrazione, di tolleranza per la licenza, di simpatia per tutto ciò che appare antiautorità e falsamente libertario non debbono contribuire a creare un clima che tende a giustificare l’inammissibile. In tal caso diventiamo pure noi responsabili dei traumi delle vittime. Vediamo di non dare a Foucault la colpa di tutte le indegnità e sporcizie del passato, di vergogne come ad esempio quelle commesse da infami sacerdoti, non penso lettori di Foucault, con migliaia di giovani loro affidati, sarebbe un troppo facile alibi. Guardiamoci però dal fatto che le sue teorie di falso progressismo e libertà, di antiautorità ci portino a tolleranze colpevoli.

Pubblicato nel CdT e riproposto con il consenso dell’Autore e della testata.

MK

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