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Grazia Varisco: percorsi contemporanei dell’arte | di Cristina T. Chiochia

Una nota artista milanese che si è distinta spesso per l’amore per la sua città, offrendole tutto il suo talento e che ora la celebra. Artista sensibile e percettiva Grazia Varisco. Ed ecco in sintesi il senso della esposizione , promossa e prodotta dal Comune di Milano settore Cultura e lo stesso Palazzo Reale con l’ Archivio Varisco.

Palazzo Reale, Milano

Grazia Varisco offre al pubblico per la riflessione ben 150 opere di vari periodi della sua carriera come ha offerto al Comune di Rho, sempre in provincia di Milano, l’opera memoriale delle vittime di Covid nel 2021: riflessione monumentale, contemporanea ed evocativa. Vita tutta all’insegna dell’arte che nella mostra che si concluderà in questi giorni ed ad ingresso gratuito, ha voluto significare anche un viaggio. Grazie anche alla bella monografia, edita da Skira Editore e dal titolo evocativo di “Percorsi Contemporanei 1957/2022”, il libro si presenta come una una ricerca oltre che una bella sintesi sul lavoro di questa artista milanese. In fondo, il curatore della mostra ed anche l’autore del libro , Marco Meneguzzo, voleva proprio significare questo: non solo una antologica ma una complessa ricerca sul concetto stesso di modernità, in italia, a Milano. Documentandone le tematiche. E questo sia nella mostra che nel libro creando veri e propri “universi tematici” di riferimento.

Come recita appunto il comunicato stampa: “la mostra riunisce una preziosa selezione di opere che negli ampi e prestigiosi ambienti di Palazzo Reale rappresentano la complessità e la varietà delle tematiche di ricerca a cui Grazia Varisco si è dedicata.  Il percorso espositivo, presenta i temi della ricerca dell’artista articolati per tipologia di esperienze. I Materici (1957-1959) sono i primi lavori degli anni Cinquanta realizzati durante gli studi in Accademia a Brera, come esperienze di reazione al figurativo. Le Tavole Magnetiche (1959-1962), prime ricerche legate alla formazione del Gruppo T – di cui Grazia Varisco è protagonista assieme a Anceschi, Boriani, Colombo e De Vecchi -, evidenziano la particolare attenzione dedicata dall’artista alla rappresentazione dello spazio-tempo e il forte interesse nei confronti della dinamica del gioco, degli elementi del caso e del programma restituiti con forme espressive non convenzionali”. Forme espressive non convenzionali appunto, che evocano il ’68 in Italia e lo spazio ed il tempo resi sensibili alla storia. 

Spazio. Che diventa icona di esperienza artistica come con Schemi luminosi variabili (1962-1969), che anche quest’anno sono stati presentati alla Biennale di Venezia o Reticoli frangibili, nei Mercuriali, nei Variabili + Quadrionda realizzati tra il 1965 e il 1971 dove le immagini ed il movimento diventano modifica della percezione dichi lo guarda (e da dove) esattamente come quel celebre “Campo Urbano”, nella mostra riproposto come esperienza emozionale in Extrapagine o Spazio Potenziale, anch’essi presenti nella esposizione e nel catalogo.

E poi il tempo. Il tempo che l’ha resa celebre esponente del gruppo T dove la riflessione sullo scorrere del tempo diventa anche riflessione legata al Caso come potenziale.

Gli sviluppi artistici degli anni Settanta, sono caratterizzati da riflessioni legate al tema del Caso, dell’evento non calcolato come elemento di indagine: l’imprevisto che diventa anomalia in vere e proprie esperienze tridimensionali.

Tempo ambiguo. Programmato o programmabile che sia. Tra forma e movimento. Concetto che “programma”, appunto, ma rende casuale la vita ed i silenzi che spesso la vita stessa contiene. Tempo futuro che si dilata. Come appunto le opere di   Silenzi (2005) o Quadri Comunicanti (2008), dove subentra l’evento percettivo del “filo rosso”, come una sorta di “arteria” e di vena, ma poetica nella materia stessa. Ma va anche oltre, e procede sino agli ultimi lavori in mostra e chissà per quale altro dove, nel futuro. Perchè, in fondo, come si è detto molto bene nel catalogo della mostra : “Tutto questo si concentra in una parola: “programma”. Cui, per Varisco, aggiungeremmo “sentimentale”. Programma sentimentale. Nell’accezione comune, un programma è un desiderio proiettato nel futuro e aiutato dalla volontà che si prefigge quello scopo; ma “programma” è anche una specie complessa di algoritmo, un insieme di comandi e di azioni successive che tuttavia lascia aperta la conclusione: un algoritmo deve portare a un risultato unico, un programma può rimanere aperto a più possibilità”.

Da segnalare la prossima esposizione che verrà dedicata ancora all’artista. Questa volta a Lecce presso la Fondazione Biscozzi-Rimbaud curata da Paolo Bolpagni e che si svolgerà dal 9 ottobre 2022 sino all’8 Gennaio 2023. Una mostra forse diversa (e più contenuta) dell’antologica presso Palazzo Reale a Milano, ma con 20 opere importanti e significative di un percorso d’arte e di vita sensibile e percettivo e che si intitolerà infatti: “Sensibilità Percettive”.

Relatore

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