
Tutta l’Europa è messa a dura prova e sta lottando con l’aumento dei prezzi dell’energia. Aumenti che costringono i leader europei a improvvisare piani di salvataggio e misure di emergenza, compreso il razionamento energetico, soprattutto dopo che la Russia ha fermato a tempo indeterminato uno dei suoi principali gasdotti verso l’Europa.
A causa del minore flusso di gas naturale proveniente dalla Russia, i prezzi sono aumentati di quasi il 400% nell’ultimo anno, e potrebbero aumentare ulteriormente sovralimentando l’inflazione e ostacolando le industrie. Il gasdotto Nord Stream 1, che arriva alla Germania passando sotto il Mar Baltico, forniva un terzo del gas russo all’Europa, ma funzionava al 20% della capacità prima della sospensione a tempo indeterminato.
Gli esperti fanno notare che oggi esistono dei prezzi astronomici del gas naturale grazie alla crisi attuale, ma siamo a pochi mesi dal momento in cui la domanda del gas raggiungerà il picco durante l’inverno. Non è certo che ci sarà abbastanza gas per soddisfare la domanda invernale.
I costi record dell’energia legati all’aumento del prezzo del gas, hanno già costretto molte industrie a ridurre la produzione, in special modo quelle ad alta intensità energetica, e hanno indotto i governi europei a investire ingenti somme di denaro per aiutare le famiglie private.
La questione non è però soltanto da imputare alla guerra della Russia in Ucraina, anche se i leader europei accusano di questo Mosca, mentre il Cremlino incolpa le sanzioni occidentali e alcuni problemi tecnici per l’interruzione dell’approvvigionamento.
Le forniture alternative di gas sono costose. Senza le forniture invernali dalla Russia, i Paesi europei saranno costretti a fare affidamento ancora di più sulle importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) da fornitori come gli Stati Uniti. Il problema è che anche l’Asia, che ha un mercato molto più ampio di gas naturale liquefatto, è in lizza per le stesse forniture.
Il che significa che i prezzi del gas saranno sempre più alti rispetto ai vecchi gasdotti provenienti dall’Est. Questa, secondo gli analisti, è la vera crisi che l’Europa (e parte del mondo) dovrà affrontare.
Inoltre il cambiamento climatico ha prosciugato fiumi e laghi che sono importanti per molte centrali idroelettriche e nucleari. Quest’ultime infatti, hanno bisogno di uno sproposito consumo di acqua per il solo raffreddamento.
La chiusura completa delle forniture di gas russe, significa che tutta l’eurozona è destinata ad entrare in recessione. Ne è convinta l’agenzia di rating Fitch.