Venerdì mattina, questa mattina, hanno sparato due colpi a Shinzo Abe mentre pronunciava un discorso politico davanti alla stazione di Yamato Saidaiji di Nara.
Abe, tuttora il politico più prominente non solo del suo partito LDP (Liberal Democratic), ma anche della politica giapponese, stava esortando un pubblico estemporaneo davanti alla stazione. Nella folla, attratta da un simile leader in supporto alle elezioni di domenica prossima per la Camera Alta, qualcuno dal pubblico all’improvviso ha sparato colpendolo. Ha subito perso conoscenza e qualsiasi segno vitale, trasportato immediatamente in elicottero all’ospedale di Nara dove purtroppo è stato confermato il decesso.

Shizo Abe – da WikiCommons

L’attentatore, fermato subito dalla Polizia, risulta essere un uomo sulla quarantina, ex militare nella Marina nipponica.

Perché Abe e perché un attentato stile Usa in un paese pacifico che possiamo dire senza tema di essere smentiti? Negli Usa si contano più di 30 mila morti l’anno con una popolazione tripla rispetto al Giappone, dove si registra un tasso di mortalità annua di soli 22 casi, nel 2017, a fronte di una popolazione di 126 milioni. Questo grazie ad una polizia forte. Si dice che il tempo d’intervento sia di 3 minuti, ma anche perché non è per niente facile ottenere un’arma in Giappone. Intanto si deve avere una licenza per la quale bisogna superare esami scritti, analisi mentali e test anti droga. In sostanza gli incidenti sono ai minimi termini.
Non si sa che cosa abbia motivato l’attentatore, vedremo in seguito. Al di là dell’atto violento nulla cambierà nella politica giapponese. L’LDP è sopravvissuto, tranne per un breve periodo, come partito leader nel dopoguerra.

Vediamo quindi chi è Shinzo Abe. Un politico di alta caratura, un predestinato tenuto conto del suo background famigliare. Cominciamo dai nonni. Quello paterno, un businessman, parlamentare pre guerra, nazionalista. L’altro nonno, quello materno, è nientemeno che Nobusuke Kishi. Responsabile durante l’invasione della Cina del governo della Manchuria con un governo puppet  giapponese, è stato il capo degli armamenti sotto il Generale Tojo durante la seconda guerra mondiale. Condannato come criminale di classe A al processo di Tokyo, sulla falsariga di Norimberga, avrebbe avuto la condanna a morte, ma Kishi, uomo svelto , piaceva e quindi gli Alleati lo salvarono diventando addirittura Primo Ministro per un triennio. Il suo fratellastro Sato Eisaku che gli subentrò alla fine del suo mandato, fu uno dei migliori ed importanti Primi Ministri. Gente che ha forgiato la politica estera filo-Usa ed ottenuto l’ombrello atomico americano.

Per finire, il papà. È stato Segretario dell’LDP e Ministro degli Esteri. Con questo pedigree non era difficile pronosticare a Shinzo Abe un futuro brillante come politico.  Abe è notoriamente un nazionalista, membro del Nippon Kaigi, un gruppo molto importante di politici vicini all’estrema destra. La sua politica è sempre stata caratterizzata dal mantra che il Giappone deve avere un esercito come gli altri paesi, non solo le forze di autodifesa. Passaggi che richiederebbero una modifica della costituzione. Ha sempre difeso il Giappone con il pensiero che l’aggressione giapponese incominciata con l’attacco a Pearl Harbour fosse la dovuta risposta alle sanzioni occidentali. Per un paese privo di fonti energetiche e con il blocco dei fondi in dollari avrebbero costretto il Giappone ad alzare le braccia e a ritirarsi dalla Cina invasa.

La visita al Tempio di Yasukuni come Primo Ministro non lo ha mai reso popolare nei paesi aggrediti ed invasi durante la guerra: Cina, Coree, Filippine, Sud Est Asia perché il Tempio sarebbe tabù all’estero e perché si ricordano i caduti in guerra, anche quelli condannati come criminali. Nella politica economica verrà ricordato per la sua Abenomics, una serie di politiche fiscali e monetarie che dovevano cambiare il paese, purtroppo un mezzo flop.

Ciononostante, come politico che ha amato e difeso la sua terra, passerà comunque alla storia come un eroe caduto per il suo Paese.

V.Volpi