La cultura della generatività del “well being”in Italia: un esempio nel quartiere “futurabile” milanese di Cristina T. Chiochia
“Le cose cambiano. Ed è giusto cosi anche se con disappunto e tutta l’amarezza che esso comporta, per esempio in un quartiere. E spesso alla luce di concetti nuovi, come quello di generatività”
Le cose cambiano. Ed è giusto cosi. E spesso alla luce di concetti nuovi, come quello di generatività. Declinare la genratività sociale non è compito facile. Anche l’ Italia mettere sempre più in campo le migliori abilità di tutti per un futuro “futuribile” in vari settori di intervento. Vere e proprie reti di persone fisiche, spesso provenienti da mondi e culture diverse che si impegnano di migliorare la propria vita e quella degli altri con “capacità generativa della comunità” in ogni dove.In particolare nello sviluppo del concetto del well being dove la “generatività” è un obiettivo primario da sempre per esempio, nella città di Milano. Il concetto del “well being” protagonista proprio in questi giorni. tanto che dal 28 e 29 maggio 2022, proprio dove a fine aprile è stata inaugurata la bellissima installazione del futurAbility District “TU SEI FUTURO”, si svolgeranno gratuitamente i primi dei percorsi esperienziali interattivi per testare la propria “propensione al futuro” in un grande happening e clima di fiducia nel futuro (sarà possibile anche assistere al primo spettacolo teatrale “serendipico”). Quartieri che necessariamente cambiano volto e pelle, attività e destinazioni d’uso . E diventano altro. Come appunto nel distretto futuribile italiano in particolare dopo la crisi di alcune attività a causa della pandemia. Ne è un esempio la storia della chiusura della palestra La Wellness che sta affrontando con dignità la vendita. Oltre 30 anni di attività in cui è stata offerta una presenza solida ed amata nel quartiere con una palestra dove si ha avuto la possibilità di allenarsi con metodo e supportati da professionisti altamente qualificati (molti i premi vinti nelle varie competizioni sportive) e che ha sempre accompagnato la vita del quartiere per così tanti anni , con una idea di benEssere come percorso di vita, “well being” appunto quando ancora non se ne parlava molto. Incontrando soci, hostess del desk e responsabili, si percepisce nella loro testimonianza molta se non tutta, l’amarezza della scelta non voluta di dover lasciare la struttura ed il quartiere. Una presenza solida, accanto al centro della piazza, riqualificata anch’essa da poco. E dove chi frequentava il centro, veniva seguito in un percorso personalizzato verso il benessere. Sempre preparati, attenti, con attenzioni per “coccolare” chi frequentava per garantire una piena soddisfazione di esigenze, bisogni e desideri. Con macchine e attrezzature di ultima generazione al fine di rendere una idea di allenamento sicura e con i risultati desiderati. Con una piscina semi olimpica per mantenersi in forma. Ben 400 mq di sale che scompariranno e 140 attività settimanali non ci saranno più. Chiuderà. Concludendo, l’idea di generatività e well being sicuramente ha velocizzato la transazione al fine di fare vero cambiamento nei quartieri. In particolare nelle grandi città e nella fattispecie in questo quartiere milanese che ospiterà proprio il villaggio olimpico di Cortina 2026 ed in forte riqualificazione proprio seguendo questo mood. Ma molte attività amate chiudono. Certo, la transazione non va mai rinviata. Lo insegna la storia: bisogna generare, far accadere le cose, far essere e forse un altro modo, più indolore, neppure esiste. In particolare ora con un futuro che, per antonomasia è incerto e con una guerra alle porte dell’Europa e per cui spesso si tende a sacrificare qualcosa senza però che chi lo vive ne debba quasi comprendere bene i motivi o li voglia, prendendone atto. Però non solo il futuro è una grande occasione, ma anche una necessità. E resta il fatto che il futuro è popolato di persone, e quelle persone creano comunità.