In giorni in cui i diritti umani vengono indiscutibilmente negati, calpestati, violati, ricordiamo un personaggio storico notevole, Eleanor Roosevelt.
Eleanor Roosevelt era alta 1 metro e ottanta. Molto, per una donna, soprattutto se considerato all’epoca. Più che l’altezza, però, è permasta nella storia la grandezza di una tale donna, moglie, per giunta, di un altro grande pilastro della storia mondiale e, in particolare, degli Stati Uniti. Raramente, nella storia, due coniugi governano congiuntamente e soprattutto compiono entrambi grandi azioni. Tanto quando il marito, Franklin Delano Roosevelt, risollevò gli USA dalla grande depressione attraverso il New Deal, così la moglie, Eleanor Roosevelt, si batté per la stesura e nell’approvazione della Dichiarazione universale dei diritti umani, da lei definita “la Magna Carta di tutta l’umanità”.
Nel frattempo, il 24 ottobre 1945, sempre negli Stati Uniti, a San Francisco, in California, era stata stipulata la nascita dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, in sigla ONU, abbreviata in Nazioni Unite, l’organizzazione intergovernativa a carattere mondiale, con, tra gli obiettivi, il perseguimento di una cooperazione internazionale. Sei mesi prima, era scomparso Roosevelt.
La Dichiarazione fu approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948: si astennero, però, l’Unione Sovietica, il Sudafrica e l’Arabia Saudita e due assenti, Yemen e Honduras.
Per Eleanor la stipulazione della carta risultava essere il coronamento di un lungo e faticoso impegno politico per la causa dei diritti umani, cominciato negli anni venti, comprendente anche la sua veemente opposizione al maccartismo, che lei aveva definito un’”ondata di fascismo”, continuata sino alla sua morte, giunta il 7 novembre 1962, quando lei aveva 78 anni.
La Dichiarazione universale dei diritti umani fu quindi adottata il 10 dicembre 1948 a Parigi; firmata da 58 paesi, stabilì i concetti basilari di libertà ed eguaglianza, dei diritti individuali; dei diritti dell’individuo nei confronti della comunità, delle libertà fondamentali di pensiero, di opinione, di fede religiosa e di coscienza, di parola e di associazione pacifica, dei diritti economici, sociali e culturali.
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