Tra Capua, Caiazzo e Maddaloni il 1° ottobre 1860 si svolse la decisiva battaglia del Volturno tra le truppe garibaldine guidate da Nino Bixio e l’esercito borbonico.
Ora, a ridosso dei Ponti del Vanvitelli a Valle di Maddaloni, nel Casertano, l’acquedotto realizzato dal Vanvitelli per portare l’acqua nelle cascate della Reggia di Caserta, sorge un ossario per ricordare i caduti, simile a quello, nel settentrione, a Desenzano del Garda, di San Martino.
Il 4 novembre 2021, nella giornata dedicata all’unità nazionale e alle forze armate, un atto di vandalismo di presunta matrice neoborbonica ha decapitato tre statue, scheggiato l’effige di Garibaldi e oltraggiato tutto il Monumento ossario.
Il sentimento neoborbonico antiunitario si riallaccia alla cancel culture, (in italiano cultura della cancellazione o cultura del boicottaggio) termine diffusosi a partire dal 2017 dal Black Twitter (una comunità informale su Twitter composta per lo più da utenti afroamericani) che prevedeva lo “smettere di dare supporto a una determinata persona” con mezzi come il “boicottaggio” giudicata moralmente o socialmente deprecabile.
Se la persona in questione è estinta, perché è un personaggio storico, la cancel culture si riversa nel vandalismo alle statue dedicate ad essa.
La stessa cosa è accaduta all’immenso monumento ai generali sudisti di Richmond, risalente al 1890, che dal 2020 al 2021 è stato interamente smantellato.
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