Sembra controintuitivo, ma l’unico paese europeo che fa fatica ad arginare la violenza delle gang criminali è l’insospettabile Svezia. La situazione era decisamente più tranquilla qualche anno fa, ma ultimamente sembra essere degenerata. Stando a quanto emerge dal rapporto della commissione svedese sulla criminalità organizzata, il numero di omicidi con arma da fuoco è salito a 4 all’anno, contro la media europea di 1.6, una differenza che salta all’occhio. L’ultima famosa vittima dell’attività criminale delle circa 50 gang attive a Stoccolma è il rapper Nils Grönberg trovato morto circa un mese fa, colpito da un proiettile in un palazzo di periferia.
L’omicidio ha fatto parlare molto di sé e ha messo a dura prova la fiducia, che già scarseggiava, nei confronti dell’ex premier Stefan Löfven, che si è dimesso poco tempo fa. La nuova prima ministra Magdalena Andersson promette un coraggioso cambio di rotta: “Ribalteremo ogni pietra per porre fine alla segregazione e alla violenza che si è fatta strada nella nostra società”.
Con questo messaggio, promette agli elettori che intraprenderà azioni concrete per porre fine alla violenza armata, ma non dimentica l’anima sociale della Svezia, riconoscendo che il problema è nella segregazione, nella profonda divisione tra gli immigrati e il resto del paese.
Eppure, il rapper Grönberg, svedese di nascita, non sembrava essere il classico membro di una gang criminale e nemmeno la vittima tipo. Ma basta scavare un poco nel suo passato per riscontrare un’adolescenza travagliata e una miriade di frequentazioni poco raccomandabili che lo hanno portato a dedicare il suo primo singolo al leader di una banda assassinato a Stoccolma. Lo scorso maggio, il giovane cantante era già stato rapito, con movente prettamente finanziario, e poco prima del suo omicidio stava per iniziare il processo a diversi uomini accusati proprio del rapimento.
Il governo svedese ora sta mettendo a punto una strategia di 34 punti per contrastare la violenza. I Democratici svedesi invece hanno proposto più perquisizioni, maggiori poteri alla polizia nell’ambito delle intercettazioni e più deportazioni per criminali condannati. Quella di arginare l’inquietante fenomeno delle gang criminali sarà probabilmente la sfida più significativa che la nuova prima ministra dovrà affrontare nel corso del suo mandato.
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