Pensiero del giorno
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“Una risposta della deputata PPD Sabrina Gendotti, nel nostro Faccia a faccia sull’iniziativa sulla giustizia pubblicato nella rivista “Popolo e Libertà”, svela la scarsa comprensione delle logiche del sorteggio e soprattutto la totale ignoranza delle leggi della probabilità che abbiamo imparato, o avremmo dovuto imparare, nelle lezioni di matematica.
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Sento infatti tante persone che, come Gendotti, pensano che, se l’iniziativa sarà accolta dal Popolo e dai Cantoni il 28 novembre, “i giudici federali potrebbero essere tutti dello stesso sesso, appartenenti allo stesso partito e alcuni provenienti dallo stesso Cantone.”
No: questo è di fatto impossibile. Chiunque potrà candidarsi per un posto al Tribunale federale, una commissione indipendenti di esperti nominata dal CF valuterà le candidature e dirà chi ha le qualifiche necessarie per diventare giudice. Ed è solo a quel punto che il sorteggio deciderà chi, fra le persone qualificate, sarà nominato. (Nella legge di applicazione si potrà introdurre la possibilità di ricorso per candidati/e che ritengono di essere stati scartati ingiustamente.)
Siccome in Svizzera i/le giuristi competenti si trovano in tutti i cantoni e hanno opinioni politiche o preferenze partitiche di vario genere, la probabilità che alla fine tutti i giudici federali (e ce ne sono 38, nel Tribunale federale di Losanna) siano dello stesso sesso/partito/cantone è di fatto nulla. Votiamo *sì* il 28 novembre.”
Nenad Stojanovic, politologo
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Mi permetto di aggiungere un esempio illustrativo. Supponiamo di dover scegliere 10 giudici, mediante sorteggio, per costituire un’autorità giudiziaria. I candidati sono 20, 10 uomini e 10 donne.
La probabilità che vengano sorteggiate solo donne è dello 0,00054 % (poco più di 5 su un milione).
Il fatto che nessun candidato giudice o candidato procuratore possa essere nominato senza avere in fronte l’etichetta di un partito politico è spiacevolissimo ma – come mi ha confidato un amico, giudice di rango elevato – “un miglior sistema non c’è”.