“Abbiamo pianto per Charlie Hebdo e Notre Dame a fianco della Francia, ma questi cani non piangono mica quando ci si prende gioco del creatore Allah”. Scriveva sui suoi social Makram Akrout, fornitore ufficiale dell’Eliseo per il prossimo anno. Macron lo ha licenziato, ma la sindaca Hildago aveva comunque pensato di premiarlo, proprio a Notre Dame.
Per qualche ora è stato simbolo dell’inclusione, il fornaio tunisino vincitore del concorso che premia la migliore baguette di Parigi. Poi, come emerso da un sito di destra, l’amara realtà: il panettiere è un estremista islamico, che scrive frasi contro i francesi e contro i cristiani.
Lui si difende, sostenendo che il suo “account” sia stato “hackerato”. Una difesa che lascia ben poco sperare, e così le forze dell’ordine aprono un’indagine.
Makram Akrout, è titolare di una panetteria al civico 54 di boulevard de Reuilly, nel XII arrondissement di Parigi. Quando è arrivato in Francia dalla Tunisia aveva 23 anni; una vita da clandestino sino alla trentina, quando ha trovato lavoro come fornaio, ha ottenuto la cittadinanza francese ed è stato premiato da una giuria di chef e rappresentanti della categoria dei panettieri “vincitore del concorso per la baguette più buona di Parigi”.
Il tunisino, naturalizzato francese, primo classificato tra i 173 sfidanti, è divenuto così il fornitore ufficiale dell’Eliseo per un anno. Lo stesso Presidente Macron si è complimentato con il panettiere, che è, tra l’altro, il quinto nordafricano a vincere negli ultimi anni.
E così, per qualche tempo, si è potuto esultare nel nome dell’integrazione sociale. Poi, l’indagine delle forze dell’ordine per una serie di messaggi che Akrout ha pubblicato. Strenua difesa della religione islamica, truci attacchi anticristiani alla Francia e ai Francesi (definiti “cani”, un animale impuro per l’Islam).
L’indagine è partita dalle segnalazioni di alcuni tesserati di un gruppo di estrema destra, che dichiarano di essere andati a controllare per pura curiosità il background del panettiere.
Secondo i detrattori, gli scopritori del fatto che il panettiere sia in realtà un estremista islamico, sarebbero stati mossi dall’indignazione per il fatto che il prestigioso riconoscimento fosse stato assegnato ad un panettiere musulmano di origine nordafricana. Indignati o no, i post li hanno scoperti.
Non solo estrema destra, però, tra gli “investigatori”: Hala Oukili, giornalista di Sud Radio e del quotidiano online Causeur, ha pubblicato il contenuto delle frasi scritte in arabo: il giornalista è stato tra i primi a scoprire che nel 2019 Akrout accusava la Francia di “propagare la decadenza in Tunisia per proteggere i suoi interessi coloniali e spingerci ad allontanarci dalla religione e dai valori islamici”.
Le frasi del panettiere diventano ancora più rischiose quando si legge: “Abbiamo pianto per Charlie Hebdo e Notre Dame a fianco della Francia, ma questi cani non piangono mica quando ci si prende gioco del creatore Allah”.
E pensare che l’autore di certi post sta per diventare il panettiere di fiducia del capo dell’Eliseo.
Il fornaio tunisino sostiene che il suo account sia stato hackerato, difesa ben labile, che le forze dell’ordine hanno subito smentito, sottolineando, invece, come si ponga un problema di sicurezza per il Presidente che riceverà il pane da un estremista islamico.
Il panettiere islamista ha un avvocato, il quale dichiara che “gli screenshot provengono dall’estrema destra e Akrout li contesta”.
La sindaca di Parigi, la socialista Anne Hidalgo, ha fatto sapere che la cerimonia di premiazione per il panettiere islamista resta confermata proprio – e questa è la beffa – a Notre Dame.
Philippe Olivier, eurodeputato del Rassemblement National di Marine Le Pen su Twitter attacca l’Eliseo: “Malgrado le rivelazioni sui suoi post ostili alla Francia e la connotazione islamista del signor Akrout, si continua a promuoverlo”. “Il nostro Paese – commenta – viene umiliato fino alla tavola del presidente”.
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