L’esercito della Guinea ha dichiarato di aver messo in atto un colpo di stato e di essere riuscito a sciogliere il governo del presidente Alpha Conde sostituendo i governatori regionali con i propri uomini. La costituzione è stata annullata e tra poche settimane i militari creeranno un governo di unità nazionale.
La corruzione, la “cattiva gestione” e la povertà estrema della popolazione sono i motivi elencati in diretta tv dal dirigente dell’esercito Mamady Doumbouya per giustificare il colpo di stato. Il tutto è iniziato domenica mattina con alcuni spari che si sono sentiti nei pressi del palazzo presidenziale, in seguito sono state diffuse alcune immagini del presidente circondato dai militari e infine la conferma è arrivata anche in TV: “La situazionesocioeconomica del Paese, il malfunzionamento delle istituzioni repubblicane, la strumentalizzazione della giustizia, la violazione dei diritti dei cittadini, il non rispetto dei principi democratici, la politicizzazione a oltranza della pubblica amministrazione, la cattiva gestione finanziaria, la povertà, hanno spinto l’esercito guineano ad assumersi le proprie responsabilità nei confronti di tutti i guineani” ha dichiarato Doumbouya.
La politica di Conde è stata molte volte oggetto di critiche. Eletto per il suo terzo mandato, nonostante la legge ne preveda al massimo due, nell’ultimo periodo aveva approvato una modifica del bilancio nazionale che prevedeva un innalzamento del limite di spesa per i parlamentari e per la presidenza e un taglio invece al finanziamento della polizia e dell’esercito. Avrebbe inoltre licenziato un alto comandante delle forze speciali. Tutti questi fattori hanno fatto crescere il malcontento dei militari, sfociando nel golpe di due giorni fa.
Tra la popolazione della Guinea, sono in molti a festeggiare il colpo di stato e accogliere a braccia aperte i militari. Dagli altri paesi invece arrivano più che altro condanne. Dalla Russia, agli Stati Uniti, dall’Unione Europea al Congo, tutti i maggiori attori della scena politica internazionale condannano duramente il colpo di stato e chiedono a gran voce il rilascio in libertà dell’ex presidente, ancora tenuto in custodia dai militari.
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