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La “World Wide Demonstration” protesta contro l’obbligo vaccinale

L’obbligo del Green Pass è stato presto soprannominato “il passaporto schiavitù e l’obbligo vaccinale”. Domani, domenica 25 luglio, avrà luogo la “World Wide Demonstration”, una protesta che si terrà in più di cinquanta piazze italiane da Roma ad Aosta, da Ragusa a Trieste.

Come riportato dai media internazionali, sono oltre 120 le città in tutto il mondo che protesteranno, in una marcia per “la libertà, la pace e i diritti umani”, contro le misure, ritenute eccessive, di restrizione del coronavirus.

Secondo la World-Wide Demonstration, i marcianti hanno in programma di alzarsi in piedi e chiedere la fine delle attuali restrizioni e misure di controllo autoritarie.

L’organizzazione, del cui CEO fisico non si sa ancora il nome, come riportato da News 24, in una nota ha affermato che “le nostre libertà fondamentali hanno la massima priorità e non possiamo permettere che vengano limitate, per il bene delle generazioni che ci seguono” e spiegando come “non sia più possibile permettere che i Diritti Umani vengano riconfezionati come Privilegi Umani, condizionati al rispetto dell’Autoritarismo”.

Il gruppo si concentrerà sulla libertà di parola, movimento, scelta, riunione, nonché sulla libertà di salute.

“Sta emergendo un movimento internazionale per la libertà” conclude l’associazione “che sta costruendo alternative alle strutture di potere consolidate e ai modi di vivere. Le persone scelgono di lasciare le aree densamente popolate e formano nuove comunità, dove possono governarsi in modo più efficace”.

In Italia, a favore della protesta si schiera Giorgia Meloni, la leader di FI scrive su Facebook che “ I numeri sembrano non contare più: nonostante i dati delle terapie intensive siano ampiamente sotto controllo, il Green Pass è diventato il nuovo ‘mantra’ da imporre. Il resto non conta. Se a settembre i contagi saranno aumentati nonostante un obbligo vaccinale di fatto, […] con chi se la dovranno prendere gli imprenditori e i lavoratori […]? È un anno e mezzo che a pagare sono sempre gli stessi: bar, ristoranti, discoteche, il settore dello sport, della cultura e dello spettacolo. Mentre a beneficiarne sono sempre i soliti noti. Sottolineare l’incapacità nella gestione della pandemia non significa essere ‘no vax’ […] ma non è accettabile che l’obbligatorietà del foglio verde, di fatto, costringa subdolamente i cittadini a vaccinarsi, pena l’esclusione dalla vita sociale. Questa non è libertà”

Diversi sono infatti i lavoratori che, contro la scelta del Consiglio dei ministri, hanno fatto ricorso nei Tar regionali, contro la chiusura dei locali e l’obbligo del Green Pass per entrarvi.

Anche la Lega si pone contro l’obbligo del Green Pass. Nel frattempo, il presidente del Consiglio Mario Draghi prova a salvare la parziale permissività del Green Pass.

In Francia, nel frattempo, a Parigi, il popolo manifesta contro il “Pass della salute” di fronte al Senato, sostenendo che esso comporti un “serio attacco alle nostre libertà pubbliche” e a crei “disuguaglianza tra i cittadini”.

Relatore

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