Sono passati più di 4 mesi da quando il caso dell’omicidio di Sarah Everard aveva sconvolto Londra. La 33enne era scomparsa lo scorso 3 marzo, mentre tornava a casa dopo una serata con degli amici. Pochi giorni dopo i suoi resti erano stato trovati e identificati in una bosco del Kent, poco lontano dalla proprietà dell’uomo che in seguito è stato accusato del suo omicidio. Si tratta di Wayne Couzens, un poliziotto di 48 anni che oggi ha confessato di aver rapito, stuprato e ucciso la ragazza, nel corso del suo processo. Sarà condannato il prossimo 29 settembre.

Il commissario della Police of the Metropolis Cressida Dick era presente quando Couzens ha confessato il suo terribile delitto. In seguito, fuori dal tribunale di Old Bailey ha dichiarato di sentirsi “disgustata, arrabbiata e devastata” da quanto accaduto. “I suoi crimini sono terribili e tutti nella polizia si sentono traditi. Sarah era una giovane donna fantastica e talentuosa, aveva tutta la vita davanti e le è stata portata via”.

Durante il processo è stato specificato che Couzens era stato oggetto di 12 atti di cattiva condotta, tra cui uno poco prima dell’omicidio in cui era stato accusato di atti osceni ed esibizionismo. Il procuratore Tom Little ha inoltre specificato che l’uomo e la sua vittima erano assoluti estranei l’uno all’altro. Couzens infatti era stato incastrato perché i due erano stati ripresi da una telecamera di sorveglianza mentre parlavano vicino all’auto a noleggio dell’uomo. I suoi movimenti sono stati ricostruiti e la polizia è riuscita a risalire a lui proprio grazie all’auto che aveva noleggiato usando il proprio nome. L’aveva poi riconsegnata la mattina dopo ed era stato la mattina dopo il rapimento. Couzens era stato arrestato il 9 marzo, a un solo giorno dal ritrovamento del cadavere di Sarah.

Venerdì, l’avvocato difensore dell’omicida ha dichiarato alla corte che la confessione “rappresenta una vera dichiarazione di colpevolezza e di rimorso per ciò che ha fatto e, come ci ha detto questa mattina, di cui sopporterà il peso per il resto della sua vita”. Parole che di certo sono state di poca consolazione per i famigliari di Sarah, presenti in aula.