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Ricordiamo il 4 luglio 1776

di Giuseppe Bellantonio

immagine Pixabay

   Un anniversario è una ricorrenza che richiama grande attenzione: specie se a festeggiarlo è una Nazione, un Popolo.  Specie se la Nazione sono gli Stati Uniti d’America e il Popolo è quello Americano.

      Rifarsi agli anni delle sanguinose battaglie con cui i combattenti degli originari tredici stati – che trovarono alleati che, con loro, ne condivisero gli Alti Ideali –  contrastarono vittoriosamente le truppe avversarie; concentrarsi sulle decisive battaglie di Saratoga e di Yorktown; ricordare tutte le fasi della Dichiarazione d’Indipendenza, i militari che combatterono sul campo, gli uomini politici e i presidenti che via via si sono susseguiti fino ad oggi, è un esercizio eccellente e tale da richiamare alla memoria eventi tanto importanti alla cui radice c’è la ricerca della Libertà attraverso l’abbattimento della tirannia e la fine di una sofferta  occupazione, sostenute dal fortissimo desiderio di conseguire una ben precisa, libera e decisa identità.

       Il mio personale desiderio però non è quello di unirmi al coro di quanti – negli anni – per questo evento sono avvezzi ripetere frasi belle ed importanti; non perché non le condivida, anzi: ma perché non amo la retorica, specie da parte di chi usa un identico bla-bla- per tutte le occasioni.                

    Ma penso, da studioso, che un Anniversario così prestigioso, per essere degnamente onorato, debba ricordare l’importante – e talvolta – esiziale tributo di sangue e di vite umane che il Popolo Americano ha versato nel Mondo alla causa della Libertà e per la liberazione di molti Popoli, a loro volta mortificati da odiose forme di oppressione e di coercizione: fisica e non.

  Certamente possono esservi stati degli errori: ma fanno parte dell’amministrazione e della politica di un Paese, ed è quindi meglio affidarli alla bilancia della Storia. Ma mai, questi, possono far passare in seconda linea – ovvero, far dimenticare – questo oneroso tributo versato dal Popolo Americano.

        Questo è il miglior modo che io ho oggi per salutare una Nazione che celebra l’Anniversario della propria Indipendenza: onorandone i Suoi Caduti per la propria e l’altrui Libertà.

                 Caduti che – ne sono più che certo – in grande numero erano culturalmente allineati su Valori, Ideali, Tradizioni di elevato livello personale come familiare. Una testimonianza di come si possa celebrare la propria Patria tenendone con fierezza alto il nome,  e di come questi Uomini di Elevati Ideali abbiano senz’altro sentito ancora più forte di altri il bisogno di offrirsi per consentire ad altri di conseguire la meta più ambita e da loro già raggiunta.

               La Libertà.

      I tempi cambiano con una grande velocità, cui l’Essere Umano tenta di adattarsi: il più delle volte non riuscendovi, quasi sempre subendo il corso di quegli eventi che altri determinano ovvero contribuiscono a determinare, sovente in modo pedissequo, passivo. Ma se i tempi cambiano, i Valori di base – ancorché mistificati o barbaramente involgariti – restano: e sono destinati a tornare prepotentemente a galla, come turaccioli in un mare in tempesta, che solo sembra sommergerli e portarli negli abissi.  

         La Libertà, tutti i Valori fondanti, potranno essere attaccati, sviliti, stravolti, violati e violentati, ma sono destinati dalla Storia e dal Diritto Naturale a venire prepotentemente a galla, a risorgere. 

        La Storia è piena di tentativi di sopraffazione e coercizione contro gli Esseri Umani: credo di non sbagliare sostenendo che è stata la forza, la violenza, la lotta per la stessa sopravvivenza, a caratterizzare le prime tappe dell’evoluzione umana; ma subito dopo, sempre più forte, è stata la naturale esigenza di costituirsi in gruppi più o meno numerosi. Ma la Storia è anche piena delle ribellioni dell’Uomo contro la sopraffazione e la violenza, contro tutto ciò che lo poteva rendere schiavo di un qualcosa o di un qualcuno. E sempre la Storia, la Grande Maestra che taluno tenta disperatamente di ignorare, ci dice che è solo questione di tempo, e che il Male non prevarrà, pur se (solo) camuffato da Bene.

da storia, costume, cultura e società

Relatore

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