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La legge Zan e la rana democratica

di Francesco Pontelli – Economista

dal portale www.ilpattosociale.it

All’interno di una società evoluta e democratica le persone non vengono identificate in base alle proprie affinità sessuali ma semplicemente per le loro idee e come “tali ed uguali” ricevono la medesima tutela giuridica. Nel caso in cui le attitudini sessuali possano diventare un motivo di aggressione risulta evidente come le vittime debbano venire salvaguardate esattamente nello stesso modo di quelle aggredite per altre motivazioni.

immagine Pixabay

Nel furore ideologico integralista che sottende la legge Zan se questa venisse applicata non solo alla sfera personale e sessuale ma anche a quella religiosa nel momento in cui qualcuno dicesse, ad esempio, che considera l’Islam estremo e radicale un supporto al fondamentalismo e quindi al terrorismo islamico potrebbe venire rinviato a giudizio per discriminazione religiosa e incitamento all’odio religioso.

La libertà di espressione trova già delle giuste limitazioni e conseguenti responsabilità penali e civili quindi introdurre un nuovo parametro interpretativo etico e soprattutto politico (perché la tutela della persona è già ampiamente prevista) e sottoporla ad una ulteriore valutazione di un giudice ne rappresenta inevitabilmente una sua limitazione.

La libertà di pensiero e di espressione deve sempre essere tutelata e contemporaneamente resa responsabile all’interno dei principi democratici stabiliti tanto dalla Costituzione quanto dal normale ordinamento penale e civile. Nel momento in cui si cominciano ad introdurre delle eccezioni per la tutela aggiuntiva di una minoranza “definita in base alle proprie attitudini sessuali” (uno dei principi e parametri più ghettizzanti ed umilianti dell’ultimo secolo) a scapito però del principio della libertà di espressione (certamente non di aggressione) viene meno subito una parte minima della democrazia.

Successivamente a questa riduzione democratica ne seguirà una seconda e forse una terza, sempre sulla base dei medesimi principi etici ed ideologici, gli stessi ispiratori di questa legge ed applicati in altri campi del “diritto”.

Questa rana “democratica” viene bollita” a propria insaputa “aumentando” di un grado alla volta la temperatura dell’acqua. Così un passo alla volta verrà annullata una prima porzione della nostra libertà di pensiero poi una seconda come espressione di uno stato democratico in nome della nuova follia che il politicamente corretto ha istituzionalizzato. Il passo successivo sarà quello di bruciare i libri – il riferimento al 1933 ed dal rogo dei libri di Hitler è assolutamente calzante – che non risultassero secondo il mainstream in linea con la visione integralista proposta. Esattamente com’è avvenuto in un Ateneo statunitense nel quale sono stati aboliti gli studi dei classici. (*)

Così, in breve tempo, ci ritroveremo all’interno di uno Stato etico molto più simile ad uno Stato dittatoriale che non ad una democrazia accidentale.

Sembra incredibile come il principio di uguaglianza di fronte alla legge e la sua idea della realtà quotidiana nasca da una molteplice ghettizzazione definita anche sulla base dei comportamenti sessuali e non dall’annullamento di ogni valutazione valoriale basata sugli stessi.

(*) Howard University

Relatore

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