Estero

Si intensifica nuovamente lo scontro tra israeliani e palestinesi

Gerusalemme, con i suoi luoghi sacri venerati sia dagli ebrei che dai musulmani, è sempre stata al centro della crisi israelo-palestinese. Il Muro Occidentale, un luogo della Città Vecchia chiamato anche il Muro del Pianto, che fa parte dei resti di 2 mila anni del Monte del Tempio, è il sito più sacro del giudaismo. Ma fa ugualmente parte di al-Haram al-Sharif, chiamato Nobile Santuario, con la cupola della Roccia e la moschea di Al-Aqsa, ritenuto il terzo sito più sacro dell’Islam. 

L’arrivo di una sentenza di un tribunale israeliano che autorizza le autorità allo sfratto di dozzine di palestinesi dal quartiere a maggioranza araba di Sheikh Jarrah a Gerusalemme est, che dovrebbero cedere le loro case a coloni ebrei, sta causano un aumento della violenza tra israeliani e palestinesi. Il quartiere Sheikh Jarrah è un piccolo territorio che i palestinesi vedono come parte di una lunga storia di espropriazione e cancellazione per mano degli israeliani.

Anche la decisione del leader palestinese di ANP l’85enne Mahmoud Abbas, sempre meno popolare, di rinviare le elezioni programmate ha fatto cadere in frustrazione i palestinesi, visto che l’ultimo scrutinio risale al 2006.

La presa sempre più profonda sulla vita palestinese da parte dell’occupazione militare israeliana, sulla scia delle decisioni prese dall’amministrazione Trump e da Israele per cementare il controllo sui territori palestinesi, sta allontanando sempre più una possibile soluzione tra i due popoli attesa oramai da decenni. Secondo gli israeliani, da quando è stato fondato lo Stato d’Israele, i palestinesi hanno perso molte opportunità per instaurare la pace e garantirsi uno stato. E dopo il piano di ripartizione delle Nazioni Unite, i palestinesi si trovano, sempre secondo gli israeliani, in una situazione ancora più svantaggiosa per loro, perché non hanno mai davvero avuto Gerusalemme, nemmeno la parte est che era sotto l’occupazione della Giordania, e probabilmente  non l’avranno mai.

Intere generazioni sono cresciute esaltando la violenza contro gli ebrei. La Jihad islamica palestinese, il movimento di Hamas e l’Autorità Nazionale Palestinese aumentano il loro incitamento alla violenza con l’appoggio dei loro alleati iraniani. Le restrizioni imposte da parte della polizia israeliana, che ha impedito ai palestinesi di radunarsi sui gradini della moschea Al-Aqsa durante il mese sacro musulmano del Ramadan, sono state considerate delle vere e proprie incursioni che hanno contribuito alla violenza collettiva con il ferimento di più di 300 palestinesi.

Due settimane fa, bande di estremisti ebrei, compresi alcuni coloni della Cisgiordania, hanno marciato attraverso le aree popolate da palestinesi di Gerusalemme, cantando “morte agli arabi” e danneggiando proprietà e case palestinesi.

Dopo giorni di scontri a Gerusalemme con proteste quotidiane, oltre 300 razzi palestinesi sono stati lanciati nella notte sui quartieri israeliani, causando feriti. Le sirene sono entrate in funzione anche questa mattina sulla città costiera israeliana di Ashkelon, a nord di Gaza, bombardata da dozzine di razzi. La rete di difesa antimissile dell’esercito israeliano ha distrutto oltre il 90 per cento dei razzi palestinesi che hanno raggiunto lo spazio aereo israeliano.

In rappresaglia, le forze israeliane hanno risposto ai lanci attaccando obiettivi di Hamas all’interno della Striscia di Gaza, uccidendo 24 palestinesi. L’aviazione israeliana ha condotto oltre 140 attacchi prendendo di mira siti di produzione e stoccaggio di razzi e complessi di addestramento militari.

Anche in Cisgiordania sono scoppiati scontri tra palestinesi e soldati israeliani, e violenze sono state segnalate tra residenti ebrei e cittadini arabi nelle città arabo-israeliane e nelle città miste arabo-ebraiche.

Funzionari sanitari palestinesi hanno detto che nove bambini erano tra i morti a Gaza. Un portavoce dell’esercito israeliano ha detto che verrà condotta un’indagine sulle denunce di bambini uccisi, incolpando Hamas per aver incorporato armi e siti di lancio in aree civili. “Facciamo di tutto per colpire solo obiettivi militari”, ha detto il portavoce.

I leader mondiali hanno invitato le parti alla calma per evitare un’ulteriore escalation. I vicini Egitto e Qatar, starebbero lavorando dietro le quinte per allentare le tensioni. Ma è probabile purtroppo che assisteremo ad una intensificazione degli attacchi nei prossimi giorni.

MK

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