Comunicato dell’editore
In virtù del proficuo rapporto di collaborazione stabilito e consolidato nel corso degli ultimi anni, che ha permesso di mettere in atto numerose sinergie, Rezzonic Editore SA e Corriere del Ticino SA annunciano quanto segue:
il Caffè e il suo direttore Lillo Alaimo, che raggiungerà l’età di pensionamento durante l’estate, si congederanno dai loro lettori domenica 4 luglio in concomitanza con la consueta chiusura estiva del domenicale.
A fine agosto nascerà una nuova testata, la Domenica, che verrà redatta nella sede del Corriere del Ticino di Muzzano. Tutto il personale attualmente impiegato nella redazione di via Luini 19 a Locarno per la produzione giornalistica e tecnica de il Caffé si trasferirà nella sede di Muzzano con mansioni principalmente legate al nuovo domenicale.
Il nuovo prodotto sarà diretto da Paride Pelli. La versione cartacea della nuova testata sarà offerta ai lettori in forma gratuita (con la consueta distribuzione capillare sul territorio), mentre l’edizione digitale potrà essere consultata solo a pagamento e sarà accessibile anche con l’abbonamento al Corriere del Ticino.
Con la nascita de la Domenica il Gruppo del Corriere del Ticino completa la sua offerta editoriale con una presenza informativa su carta ogni giorno della settimana.
L’editore Giò Rezzonico ringrazia il direttore Lillo Alaimo, con il quale collabora da quarant’anni, per il suo grande impegno e per aver condiviso con lui la visione di un giornalismo critico e indipendente, volto al rafforzamento della democrazia.
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Due sono i domenicali ticinesi: il Mattino della domenica, fondato nel 1990, populista (secondo le accuse), che ha inciso profondamente sulla realtà politica ticinese, trasformandola; e il Caffè, fondato nel 1994, politicamente corretto, antileghista, radicalchic, euroturbo, con un interesse quasi ossessivo rivolto alla medicina e alla politica sanitaria (e pesantemente avverso alla classe medica, bersagliata in continuazione).
Giornalisticamente il Caffè ha avuto il suo valore e la sua qualità, e ha offerto un contributo interessante; politicamente ha potuto far poco e senza dubbio qualcuno sarà rimasto deluso.
Il nuovo domenicale sarà diretto da Paride Pelli ed entrerà ancor più profondamente nell’orbita del Corriere, regno dell’avvocato Fabio Soldati, che ha molto onore e non poche preoccupazioni.
I Pelli sono una delle ultime “grandi famiglie” ticinesi (poi verranno gli arabi e i russi). C’è Erasmo (che ricordiamo come compagno di classe), figlio di Paride e padre di Paride e Matteo. E ci sarebbe anche Fulvio, figlio di Ferruccio, che però (come assicurano i bene informati) non è parente, o molto alla lontana.
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Non mi entusiasmano più di quel tanto codesti “scossoni” mediatici (anche) nostrani. L’importante che non vengano persi posti di lavoro: inutile ribadire che dietro ogni salario vi sono persone. Per quanto attiene ai significati “globali” di …politica informativa vi è, e vi sarà comunque sempre, una cosiddetta “linea editoriale” omologante. Spesso le cosiddette linee editoriali parlano per procura. Commentano ciò che accade assecondando ciò che impone l’ingombrante filiera finanziatrice: insomma, esprime valutazioni di parte. Così come il giornalismo del “non detto” asseconda il prerequisito del consenso. Un’informazione che deve trovare finanziamenti – diceva un saggista – dovrà orientare la propria dialettica sempre nella direzione del vento: insegue, segue e determina l’air du temps. Perché alla fin fine …il fine c’è. Il più recente “fine”, di fresca di decisione, è quello di cavalcare lo “zeitgeist" necessario all’accettazione del famoso (famigerato) “great reset”. Il varo di quella “nuova” società a misura preconfezionata da coloro che si sono assunti il compito di decidere - per tutti quanti - quali politiche, quali discorsi, ma anche quali film(*), quali libri, quali giornali siano più degni di indicarci i “veri” bisogni della società. Perfino dove situare il “bene” e dove, ovviamente sta il “male”. Obbligazioni mediatiche (anche) locali.
(*) A proposito di film proprio ieri sera (08.05.2021) la tsi ne ha mandato in onda uno esemplare. Da posizionare nella categoria dei “gustosi film innocui” con una storia edificante, manovrando nel positivismo sociale “bobos” combinando risate, emozioni per …sentirsi bene di spirito. “Non sposate le mie figlie” è una commedia consolatoria “politicamente corretta” come vediamo sbocciare sempre di più all'interno del cinema europeista d’en haut. Queste opere, seppur desiderose di affrontare le problematiche sociali, utilizzano pur tuttavia uno schema che preferisce fare appello a un certo ottimismo, piuttosto che descrivere la realtà dei conflitti magari narrati nei docufilm “antelucani” (in senso lato) che nessuno, ovviamente, vede. Air du temps da …Great reset. Comunque auguri alla …nuova Domenica.