Dopo la decisione del 46esimo presidente americano Joe Biden di riconoscere il genocidio armeno, perpetuato ad opera dei turchi dell’Impero Ottomano durante la prima guerra mondiale, tra il 1915 e il 1916, che costò la vita a quasi due milioni di civili armeni, si erano smosse le ire del negazionista presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
L’annuncio del riconoscimento del genocidio da parte del Presidente USA è atteso per oggi, ma già ieri, tra i due presidenti, è avvenuta una telefonata mirata a lenire le ostilità.
Come reso noto dalla Casa Bianca, Joe Biden ha infatti avuto un colloquio telefonico con Recep Tayyip Erdogan, nel corso del quale i due leader hanno concordato un incontro bilaterale che si terrà a giugno a margine del summit della Nato a Bruxelles.
Durante la conversazione telefonica, Biden avrebbe espresso a Erdogan “il proprio interesse in relazioni bilaterali costruttive con aree allargate di cooperazione ed una effettiva gestione dei disaccordi”.
In seguito alla telefonata, i due leader hanno deciso di avere “un incontro bilaterale ai margini del summit della Nato a giugno per discutere un’ampia gamma di questioni bilaterali e regionali”.
Oggi, 24 aprile 2021, è il 106 esimo anniversario dal genocidio armeno, e Biden sembra (finalmente) pronto a riconoscerlo.
Erdogan, invece, si professa negazionista e si ostina ad affermare che il massacro di quasi due milioni di civili armeni, tra cui donne e bambini, non si possa configurare come un genocidio. “La Turchia continuerà a difendere la verità contro il cosiddetto il genocidio degli armeni e quelli che sostengono questa diffamazione”, ha dichiarato il “sultano”.
Il resoconto della chiamata della Casa Bianca non ha però fatto menzione del problema riguardo le apparenti e marcate divergenze tra i due presidenti.
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