È tranquilla la sorella di Kim, dittatore della Corea del Nord, quando annuncia all’America 2.0 di Biden che il Paese non dormirà tranquillo. Se provocherà la Corea, s’intenda, altrimenti, sì, i sonni sereni sono concessi.
Kim Yo Jong, 33 anni, sorella minore del leader nordcoreano Kim Jong-un e figlia più giovane del defunto Kim Jong-il, ammonisce l’America di Biden. “Non provocateci” dice “se volete dormire sereni nei prossimi quattro anni”.
L’avvertimento arriva quando i nuovi segretari di Stato e alla Difesa Usa intraprendono una visita in Giappone e in Corea del Sud.
Secondo la politica nordcoreana, l’amministrazione Biden starebbe “diffondendo l’odore della polvere da sparo al di là dell’oceano”, come riportato dall’agenzia di stato Kcna. La sorella di Kim si riferisce, infatti, alle esercitazioni militari congiunte di Usa e Corea del Sud cominciate la settimana scorsa.
Una cosa è certa: Biden sta riesumando la politica atlantista USA, su diversi fronti: dopo gli attacchi aerei in Medioriente che hanno suscitato l’alleanza congiunta di Iraq e Iran in funzione antiamericana, dopo la riesumata Guerra Fredda con la Russia, in seguito alle esternazioni del Presidente Biden stesso nei confronti di Putin, ora ritornano anche le ostilità con la Corea, causate dalle tribolazioni americane in Giappone e in Corea del Sud.
Kim Yo Jong rimpiange la politica di Trump. “Sarà difficile”, ha detto ” che si ripetano le pacifiche giornate primaverili di tre anni fa”. La potente sorella del leader nordcoreano minaccia di annullare l’accordo per allentare la tensione fra le due Coree, firmato nel settembre 2018, quando all’amministrazione c’era Trump, e tutto era diverso.
Da tempo la Corea del Nord chiede di evitare esercitazioni militari congiunte, che sarebbero considerate una “prova di invasione”, come riporta l’agenzia Yonhap.
La situazione viene resa ancora più tesa dal fatto che, come confermato dalla portavoce della Casa Bianca Jen Psaki, Joe Biden avrebbe provato a telefonare a Kim, non ottenendo, però, nessuna risposta.
Il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price ha dichiarato di aver provato a comunicare “attraverso diversi canali” per “ridurre il rischio di escalation”, trovandosi sempre, però, di fronte a un muro.
L’America, insomma, rischierebbe di trovarsi in una tela di ragno intessuta con le sue stesse mani.
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