“… E le altre località turistiche, a partire da Lugano, verosimilmente seguiranno. Del resto una regolamentazione a macchia di leopardo sarebbe difficile da spiegare. Di tutte le limitazioni della libertà che ci vengono imposte dalla dittatura instaurata dal consiglio federale, la mascherina è il male minore. Al contrario dei divieti di lavoro che stanno distruggendo l’economia e causando migliaia di disoccupati, la mascherina dà solo un po’ fastidio. Tanti ticinesi (me compreso) la portano comunque regolarmente anche all’esterno, quindi l’obbligatorietà all’atto pratico cambia poco. I turisti sono invece più restii. L’obiettivo è tenere i contagi il più possibile bassi di modo da poter RIAPRIRE.”
Lorenzo Quadri (dai social)
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— “Dunque l’obbligo, all’atto pratico, cambia poco”. Per lui, probabilmente. Anzi sicuramente.
— Si osservi la sinergia dell’Esecutivo con il Corriere del Ticino (“Corrierino lib-lab”). E (interessante) dal sondaggio manca, vistosamente, la risposta: “Nessuna mascherina all’aperto”. Perciò non ho potuto votare (e mi sarebbe piaciuto).
— Il municipio non teme la prossimità del voto. Questo è chiaro. Al massimo ci sarà un po’ di chiasso sui social.
— Domani alle 15 infopoint a Palazzo. Ci andrò e vi racconterò.
— (addendum) Giovedì scorso ero a Belli e mi preoccupavo di non riuscire ad arrivare in tempo. Tanta pena ma… infopoint annullato!
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