Lo Sputnik V, il vaccino prodotto in Russia in tempi record, ha immediatamente destato più di un sospetto a causa dei test incompleti a cui è stato sottoposto. Ora però la situazione sembra virare in un’altra direzione. Pur non essendo ancora stato approvato dall’Agenzia europea dei medicinali (EMA), lo Sputnik V si sta facendo strada nei paesi dell’UE.
Il Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif) che commercializza il vaccino, ha comunicato recentemente che in Italia, Spagna, Francia e Germania sono stati raggiunti degli accordi per avviare la produzione del discusso vaccino. Questo permetterà l’inizio della fornitura attiva di Sputnik V al mercato europeo dopo aver ricevuto l’approvazione da parte dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema), con la quale è ora in corso un dialogo nel quadro della “rolling review“, ha comunicato il ceo di Rdif Kirill Dmitriev a Interfax.
Mentre la revisione continua, Rdif è pronto a far sbarcare il preparato anche in quei paesi dell’UE che hanno indipendentemente deciso di somministrare lo Sputnik V ai loro cittadini, come l’Ungheria e la Serbia. Secondo il Cremlino, le ragioni per cui il vaccino non è stato ancora approvato dall’EMA sono perlopiù politiche.
Ma un cambio di rotta ora sembra più probabile che mai. Proprio nel periodo in cui la multinazionale Johnson&Johnson ha annunciato che avrebbe avuto problemi con la forniture delle quantità di vaccino pattuite, l’UE potrebbe rivalutare la questione Sputnik V. Lo ha riferito a Reuters una fonte interna a Bruxelles, secondo la quale gli Stati dell’Unione vorrebbero avviare i colloqui con gli sviluppatori del vaccino russo.
Il portavoce della Commissione europea per la salute, Stefan de Keersmaecker, ha fatto sapere: “Non ci sono discussioni in corso con la società (Rdif, ndr), ma la Commissione europea e gli Stati membri possono in ogni momento decidere di estendere il portafogli di vaccini. E’ una procedura congiunta tra Commissione e Stati membri, che avviene a livello di Steering board”.
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