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Base USA colpita da 10 razzi, morto un contractor

Dopo la complessa e allarmante situazione mediorientale, in cui l’Iraq e l’Iran si presentano come alleati in funzione antiatlantista, oggi è arrivata la “vendetta”. Con l’amministrazione Trump le truppe statunitensi si erano notevolmente ritirate da molteplici basi irachene, restando soltanto a Ain al-Asad e a Baghad. Ora, con Biden, tutto è cambiato e gli attacchi sono ricominciati. La base presa di mira stamattina da almeno dieci razzi, è la stessa che l‘Iran colpì a gennaio dell’anno scorso in risposta all’uccisione statunitense di Soleimani, quando decine di soldati Usa rimasero gravemente feriti.

In una faida senza più nome, quella, invero, iniziata dagli stessi ribelli iraniani che dal 15 febbraio avevano iniziato a sferrare una serie ininterrotta di attacchi alle basi statunitensi, portando al ferimento un soldato americano e alla morte un contractor, che, per tutta risposta, aveva avuto un ulteriore e difensivo attacco militare – il primo dell’era Biden – che aveva ucciso diciassette ribelli.

In seguito all’accordo tra il ministro degli Esteri iraniano, Mohamad Javad Zarif e il rappresentante degli Esteri iracheno, Fuad Mohammed Hussein in funzione antiisraeliana e anti statunitense, ieri, almeno dieci razzi hanno colpito una base militare che ospita truppe Usa nell’Iraq occidentale.

Come confermato sia dalle fonti della sicurezza irachene che da quelle occidentali, l’attacco giunge a due giorni dalla visita di Papa Francesco nel Paese.

Il colonnello Wayne Marotto, portavoce della coalizione internazionale”, anti-jihadista scrive su Twitter che “le forze di sicurezza irachene sono a capo delle indagini.”, per discolparsi dell’attacco condotto contro gli Usa.

Quel che è certo è che le azioni terroristiche sono riprese, con o senza la connivenza del Governo, e sono strettamente correlate con i recenti attacchi americani in risposta alla guerriglia terroristica.

Sono almeno 10 i razzi che hanno colpito nell’ovest dell’Iraq la base militare di Ain al-Asad, che ospitava le truppe Usa: nell’attacco un contractor sarebbe tra le vittime. Secondo quanto riferito dal colonnello Wayne Marotto, portavoce della coalizione a guida Usa, i razzi avrebbero colpito la base alle 7.20 ora locale.

In seguito all’attacco, l’esercito iracheno ha comunicato che non ci sarebbero state perdite significative e che le forze di sicurezza avrebbero rinvenuto la piattaforma di lancio usata per i missili.

Le forze di sicurezza irachene stanno, in questo momento, guidando un’indagine sull’attacco per capire se vi siano correlazioni con gli attacchi targati Usa avvenuti la scorsa settimana contro milizie sciite irachene sostenute dall’Iran, al confine tra Iraq e Siria.

La tensione sale notevolmente se si considera che il pontefice si recherà a Baghdad, nel sud del Paese e nella città settentrionale di Erbil. L’attacco potrebbe proprio essere collegato alla visita del Pontefice, come ipotizzato da Alessandro Monteduro, direttore della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre.

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