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Si è formato il governo Draghi

Si è formato il governo Draghi

Mario Draghi, ricevuto al Quirinale dal capo dello Stato, ha sciolto la riserva e ha formato il nuovo governo italiano. I nuovi ministri sono 23, di cui 15 provenienti da un partito politico e 8 invece tecnici. Ilgiuramento dei nuovi ministri si terrà oggi sabato, 13 febbraio.  Come anticipato, l’obiettivo cardine del nuovo governo sarà la coesione sociale ed il sì o no agli spostamenti tra regioni lunedì venturo, il 15 febbraio.

Ieri sera, poco prima della salita al Quirinale del presidente incaricato Mario Draghi, arrivato al Colle alle 19.01, è arrivata la comunicazione ufficiale ai leader politici della scelta dei ministri. Il nuovo presidente del consiglio italiano, ex leader della Bce, ha annunciato alfine la lista dei ministri per sciogliere la riserva.

I ministri sono in tutto 23, di cui 15 politici e 8 tecnici, rispetto al governo Conte due sono le riconferme (Luigi Di Maio rimane agli Esteri e  Federico D’Incà, 5Stelle rimane al ministero deii rapporti con il Parlamento). Stefano Patuanelli resta ministro ma passa dallo Sviluppo economico all’Agricoltura: allo Sviluppo economico arriva invece Giancarlo Giorgetti (Lega); passa invece alla Pubblica amministrazione Fabiana Dadone che prima era alle Politiche giovanili. Una nuova entrata in politica per il bellunese Daniele Franco, direttore generale di Bankitalia.

Mentre il governo Conte era composto prevalentemente da ministri meridionali, è stato notatoche il gpverno Draghi ha otto ministri provenienti dalla Lombardia nella squadra id governo, ma poco importa. Come scritto, rimane agli Esteri Luigi Di Maio (M5S) e Luciana Lamorgese (tecnica) all’Interno; entra alla Giustizia Marta Cartabia (tecnica) e Daniele Franco (tecnico) all’Economia; Lorenzo Guerini (Pd) alla Difesa; Giancarlo Giorgetti (Lega) allo Sviluppo economico. Stefano Patuanelli (M5S) passa all’Agricoltura al posto della Bellanova, Roberto Cingolani (tecnico) entra nel nuovo ministero della “Transizione ecologica”, mentre rimane alla Cultura Dario Franceschini (Pd). Passa alla Salute Roberto Speranza (Leu); Enrico Giovannini (tecnico) alle Infrastrutture; Andrea Orlando (Pd) al Lavoro. Interessante, invece, il passaggio all’Istruzione: prende il testimone dell’Azzolina l’economista Patrizio Bianchi (tecnico); permane, dunque, la distinzione tra scuola e Università, al cui ministero perviene il medico Cristina Messa (tecnica). Come scirtto, Federico D’Incà (M5S) viene nominato ai Rapporti con il Parlamento; Vittorio Colao (tecnico) all’Innovazione tecnologica; c’è poi la nomina di Renato Brunetta (Forza Italia) alla Pubblica amministrazione (di Berlusconiana memoria), e Mariastella Gelmini (Forza Italia) agli Affari regionali. Ritorna Mara Carfagna (Forza Italia) al Sud; alle Pari opportunità un ministro renziano, Elena Bonetti (Italia Viva), ed un’altra leghista, Erika Stefani (Lega) alle Politiche per la disabilità. Fabiana Dadone (M5S) alle Politiche giovanili e un terzo leghista, Massimo Garavaglia (Lega) al Turismo. Il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio è Roberto Garofoli ( un tecnico).

Appena dopo l’annuncio dei ministri, il premier ha lasciato il Quirinale per dirigersi verso il Senato, per incontrare la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati e, alla Camera, per incontrare il presidente della Camera Roberto Fico.

Draghi ha avuto, infine, un colloquio con il premier uscente, Giuseppe Conte. E per oggi, a mezzogiorno è previsto il giuramento e la cerimonia della campanella alle 13.

Per la fiducia, però, bisognerà attendere mercoledì: la votazione si terrà prima in Senato, poi giovedì alla Camera.

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