Primo piano

Maurer e Berset, due facce della stessa medaglia – di Rupen Nacaroglu

Il nuovo candidato PLR al Municipio avv. Rupen Nacaroglu ci propone questo interessante articolo, che contiene alcune osservazioni e critiche senz’altro condivisibili.

La nostra personale opinione (noi che non siamo candidati a niente) è tuttavia la seguente. Lo scenario secondo cui : si chiude tutto / nessuno lavora / lo Stato paga tutto a tutti / e così ci salveremoè un teatrino da Paese dei Balocchi.

A noi viene il sospetto che il governo di “uno dei paesi più ricchi del mondo” stia spendendo i soldi che non ha.

Sono troppo deboli le voci che democraticamente chiedono la fine del deleterio lockdown.

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La leadership della crisi Covid in Svizzera è affidata a due volti e a due cognomi precisi: Berset e Maurer. Nonostante il Consiglio Federale si muova sempre nel solco della collegialità, è chiaro a tutti che i ministri della sanità e delle finanze sono i protagonisti, coloro ai quali i cittadini guardano con maggiore attenzione. E c’è una caratteristica negativa che, ahimè, accomuna il Consigliere federale UDC e quello socialista: nessuno dei due riesce a svolgere il suo compito con l’empatia e il carisma che sarebbe lecito attendersi.

Mi spiego. Maurer da mesi non fa altro che dipingere una situazione tragica, snocciolando cifre drammatiche, alimentando in questo modo ansie e preoccupazioni. Si rivolge a coloro che rischiano il fallimento e che non percepiscono uno stipendio fisso di mesi, parlando di “una Confederazione senza soldi” che genera “100’000 franchi di debiti al minuto”. Non è questa la comunicazione che ci si aspetta dal ministro delle finanze di uno dei Paesi più ricchi del Mondo. Al contrario, Maurer dovrebbe infondere fiducia, con parole sagge e misurate, consentendo a lavoratori e imprenditori già sfiancati dalla crisi, di non alimentare incubi.

Il comportamento di Berset è del tutto sovrapponibile. Il ministro socialista continua infatti a trasmettere panico e incertezza, limitandosi a prospettare il mantenimento delle chiusure, anziché una prospettiva d’uscita. Attenzione: nessuno gli chiede di fare l’indovino, o di promettere l’impossibile, ma di impegnarsi a immaginare soluzioni praticabili per accompagnarci fuori dal lockdown. Mi sembra il minimo.

Partiamo dai punti fermi, per l’uno e per l’altro: a livello sanitario è evidente che il numero dei contagi e degli ospedalizzati è finalmente tornato sotto controllo. Bene. Il pensiero però corre ai vaccini. A che punto siamo? Si avanza spediti come ci si dovrebbe aspettare? No! E possiamo dirlo forte e chiaro. La campagna di vaccinazione è finora stata del tutto deludente per quella che rimane la patria della farmaceutica. I farmaci non ci sono e tardano ad arrivare. La Svizzera ha sprecato un vantaggio competitivo enorme sull’Unione Europea, allineandosi de facto ai suoi ritardi.

E qui passiamo alle finanze: al contrario di quanto sostiene Maurer, in Svizzera siamo fortunatamente seduti su una montagna di soldi. Soldi che, oltre ad assicurarci tutti i vaccini necessari, sarebbero da utilizzare in maniera massiccia e straordinaria per sostenere l’economia. Sono ancora troppi, infatti, i settori che non hanno accesso gli aiuti e che rischiano di spegnere la luce, per sempre. Si è aspettato troppo, si è deciso che non era necessario intervenire con il bazooka e si sono lasciate troppe, troppe, troppe, disparità di trattamento che sono inaccettabili.

L’inadeguatezza mostrata in questi mesi da Berset e da Maurer, ogni giorno getta benzina sul fuoco sul fuoco di una società sempre più stanca, nervosa, impaurita ed arrabbiata. Mi auguro che durante la prossima conferenza stampa, i due ministri cambino finalmente passo e registro comunicativo, da un lato rassicurando finalmente lavoratori ed imprenditori sul fatto che la Svizzera impiegherà tutte le risorse finanziarie necessarie per sostenere la sua economia, dall’altro presentando una chiara strategia di uscita dal lockdown. Il prima possibile e facendo capo a tutti gli strumenti di protezione e di depistaggio necessari.

Rupen Nacaroglu

Relatore

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