Abbiamo letto questo articolo e ci è piaciuto. Ha il grande pregio di stigmatizzare l’immensa ipocrisia di certi “moralizzatori” muniti della loro doppia morale. Naturalmente non c’è niente da fare, questi deplorevoli personaggi saranno sempre invitati e riveriti – poiché servono – a destra e a manca.
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Un paio di giorni fa, su RAI 1, principale canale televisivo del servizio pubblico italiano, seguito in diretta da milioni di telespettatori della vicina penisola, e anche da molti ticinesi e svizzeri di lingua italiana, è andata in onda una schifezza di rara portata. Il giornalista statunitense Alan Friedman, che lavora in Italia, dove sarebbe conosciuto principalmente per “essere americano”, e che bazzica anche alle nostre latitudini ticinesi, bolla senza indugi di “escort”, cioè di prostituta, nell’accezione comune del termine, la moglie di Donald Trump, Melania, peraltro impeccabile nel suo ruolo di first Lady che ha concluso nei giorni scorsi con grande stile. Nello studio televisivo inizialmente si sono fatte delle risatine e solo in un secondo momento qualcuno ha tentato di dire che quelle parole erano forse un po’ “forti”. Ma va, da non credere!
Vi immaginate se qualcuno in diretta televisiva avesse tacciato di essere una puttana ex first Lady liberal, cioè di sinistra, come Michelle Obama o Hillary Clinton? Poco ma sicuro che le piazze sarebbero state incendiate, mentre nel caso della moglie di Trump quasi tutti, in particolare le arrabbiate femministe di sinistra, sono stati zitti zitti, quatti quatti.
Capito il passo falso, Friedman ha tentato di correggere il tiro, scusandosi e adducendo, per la sua sciagurata e sessista sortita, motivi di traduzione linguistica (ma lui l’italiano lo conosce benissimo). Una simile giustificazione non se la sono bevuta neppure i bambini dell’asilo e infatti a distanza di poche ore sono giunte altre prove delle reali intenzioni del liberal tutto d’un pezzo, dalla voce baritonale, simile – qualcuno ha fatto giustamente notare – a quella di Ollio del premiato duo Stallio& Ollio. Il prode giornalista statunitense, che ha vomitato fango e odio a gogò sull’amministrazione Trump, già nei mesi scorsi aveva infatti postato su Twitter piccanti e falsamente ironici commenti legati al termine escort nei confronti di Melania Trump. Davvero un galantuomo costui, che è pure intervenuto in pompa magna a Lugano nel 2019 al “Festival dei diritti umani”, discettando forse di diritti minimi, come quelli delle pari dignità delle persone, che manco si sogna di capire e di esercitare. Andiamo proprio bene.
IRIS CANONICA
Ripreso dal Mattino della domenica, con il consenso dell’autrice
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