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Germania: il centrista Armin Laschet eletto leader della CDU

 


Il 59enne Armin Laschet è il nuovo leader del principale partito tedesco, l’Unione Democratica Cristiana (CDU), partito della cancelliera tedesca Angela Merkel. Il conservatore centrista primo ministro della Renania settentrionale-Vestfalia, eletto in un congresso che si è tenuto in forma virtuale, ha battuto Friedrich Merz, uomo d’affari conservatore che rappresentava l’ala destra del partito ed uno dei suoi rivali di lunga data.

Visto come un politico che cerca compromessi e fedele sostenitore della Merkel, con la quale non ha mai avuto scontri, Laschet ha promesso ai Democratici Cristiani che continuerà il corso stabilito dall’attuale cancelliera che ricopre la carica dal 2005. I delegati hanno preferito non virare a destra con il candidato Friedrich Merz che aveva vinto al primo turno, e hanno scelto un leader del partito meno intransigente che possa affrontare un mutato panorama politico a causa dei disordini geopolitici e delle preoccupazioni per la pandemia dando continuità in sostanza alla linea suggerita dalla Merkel.

Laschet prenderà il posto dell’attuale presidente del partito, la sig.ra Annegret Kramp-Karrenbauer, che aveva annunciato le sue dimissioni a febbraio 2020 a seguito di uno scandalo. Il suo compito sarà ora quello di mantenere unito il partito e continuare ad attingere ad una base ampia di sostenitori proponendo trattativa ed equilibrio, a differenza del candidato conservatore.

Friedrich Merz è stato fortemente criticato per i commenti che ha rilasciato quando gli è stato chiesto se avrebbe avuto delle riserve sulla nomina di un cancellerie gay. Commenti che hanno suscitato proteste da parte dei politici tedeschi, soprattutto perché uno dei suoi rivali, Jens Spahn, si è dichiarata apertamente omosessuale. Forse Merz è stato frainteso, ma i critici hanno detto che le risposte date durante un’intervista rilasciata per il quotidiano Bild, erano omofobiche.

Anche se non è garantito che il leader del partito CDU diventi il candidato alla cancelleria, il fatto che Laschet voglia seguire la linea politica tracciata dalla Merkel, gli consente di avere buone possibilità di esserlo ufficialmente alle prossime elezioni tedesche che si terranno il 26 settembre.

Altri possibili candidati del partito CDU sono: Markus Söder, premier dello stato bavarese e leader del partito allineato alla CDU, l’Unione Cristiano-Sociale (UCS), e Jens Spahn, ministra della Salute che ha sostenuto il ballottaggio di Laschet a capo del partito.

I sondaggi dicono che i candidati fuori della CDU sono l’attuale ministro delle Finanze, il socialdemocratico Olaf Scholz, e due rappresentanti del partito dei Verdi, Annalena Baerbock e Robert Habeck. Quest’ultimi ben visti in considerazione di una possibile coalizione CDU-Verdi, che secondo le attuali proiezioni sarebbe l’unico accordo per condividere il potere e garantire la maggioranza assoluta alle elezioni federali.

Figlio di un minatore, Laschet ha studiato legge e in seguito ha lavorato come giornalista. A 30 anni ha vinto un seggio nel Bundestag perdendolo quattro anni dopo. Nel 2010 si è candidato alla carica di capo della filiale della CDU nel suo stato d’origine, il Nord Reno-Westfalia, ed è stato nuovamente sconfitto. Laschet sembrava stare sempre dalla parte dei perdenti. È riuscito a mantenere il buon umore rimanendo affabile e disponibile.

Sembrava non potercela fare, in quanto per alcuni tradizionalisti della CDU ha un problema d’immagine, troppo liberale e troppo identificato con la Merkel. È stato definito infatti la “guardia del corpo della cancelliera”, quando Laschet era un difensore convinto della politica dell’immigrazione. Ma ha vinto perché è una figura unificante. “Questa è la sua forza principale” hanno detto di lui coloro che credono che la CDU deve essere e rimanere una Chiesa ampia.

La politica non è mai stata imprevedibile come in questi tempi. Gli elettori voteranno i politici che avranno risposto meglio alla pandemia di coronavirus. Le prime indicazioni del modello CDU arriveranno il 14 marzo prossimo, quando ci saranno le elezioni in due dei 16 stati federali: nel Baden-Wüettemberg e nella Renania-Palatinato.

MK

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