L’altra metà del premio è stata divisa tra il fisico tedesco Reinhard Genzel e l’astrofisica americana Andrea Ghez per aver dimostrato che al centro della nostra galassia, la Via Lattea, c’è un buco nero supermassiccio, con una massa pari a 4 milioni di volte la nostra stella, chiamato Sagittarius A*. Per misurare questo valore ci sono voluti più di 20 anni di misurazioni. I buchi neri infatti, per definizione non possono essere osservati se non per il disco di accrescimento che li circonda, Sagittarius A* però è ben nascosto la centro della Via Lattea da una densa nube di polvere interstellare e pertanto le sue caratteristiche possono essere studiate soltanto indirettamente, analizzando il campo gravitazionale che influenza il moto delle stelle che si trovano nella prossimità del buco nero. L’astrofisico italiano Gabriele Ponti ha dichiarato a La Repubblica: “Sono stati in grado di dimostrare, come scrivono, al di là di ogni ragionevole dubbio, la presenza di un buco nero al centro della Via Lattea studiando per decine di anni il moto delle stelle attorno a una zona di spazio in cui non vediamo quasi nulla. L’unica spiegazione era quella e che altri fenomeni esotici non erano soddisfacenti”.
Andrea Ghez è la quarta donna nella storia a vincere il Nobel per la Fisica. L’hanno preceduta Marie Curie nel 1903, per i suoi studi sulla radioattività, Maria Goeppert-Mayer nel 1963 per il modello a guscio del nucleo atomico e Donna Strickland nel 2018 per i suoi studi sulla fisica del laser.
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