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Cuneo, cinque giovani tra i 24 e i 14 anni muoiono in una scarpata

Tragedia sulle montagne in provincia di Cuneo, dove cinque giovani hanno trovato la morte cadendo con l’auto in un dirupo di 200 m. II sindaco: “mancavano i cartelli, alla Provincia niente soldi”

Castelmagno, alta Valle Grana, 1500 metri d’altitudine in provincia di Cuneo. La volta celeste brilla, è la notte di San Lorenzo, delle stelle cadenti. Nove giovani amici decidono di spostarsi da un posto all’altro per vedere meglio il cielo. Partono, in nove, su un mezzo – una Land Rover Defender 130 – omologato per sei. La strada è sgombra, si sale, le risa, la musica.

Gli amici sul fuoristrada, sulle strade dove hanno trovato la morte

Guida Marco Appendino, 24 anni, in macchina ci sono Camilla Bessone, cheerleader di Cuneo, 16 anni, Elia e Nicolò Martini, 14 e 17 anni, Samuele Gribaudo, 14 anni, poi un altro 24 enne e due ragazze di 17 anni. All’improvviso – come racconteranno gli automobilisti dietro, che testimonieranno alla terribile scena – il mezzo sbanda. Non riesce a frenare. Piomba nel dirupo. Una scarpata di 200 metri. Un volo pauroso. L’auto si ribalta più volte, i ragazzi vengono sbalzati tutti fuori dall’abitacolo.

I primi cinque, muoiono sul colpo. Quando arrivano i soccorsi, la scena è delle più terribili. “é stato un evento tragico” racconta Vincenzo Bennardo, comandante dei vigili del fuoco di Cuneo. “Quando siamo arrivati sul posto, purtoppo, per cinque di loro non c’era più nulla da fare”.

Si salvano solo il 24 enne e le due 17 enni: le due ragazze sono già state dimesse, il ragazzo, invece, in prognosi riservata per trauma vertebrale è cosciente e dovrà essere operato.

Il sindaco di Castelmagno, Alberto Bianco, è distrutto e sconvolto. “Abbiamo perso la metà dei nostri giovani” dice “in una sola notte. Qualche giorno fa avevamo fatto una foto di gruppo: ad oggi è tagliata in due. Bianco fa il sindaco gratuitamente, così come lo fanno l’assessore i consiglieri, spiega “se fossi ricco” dice “avrei messo un cartello di tasca mia, ma sono un insegnante”. “Mi sento – aggiunge – responsabile e impotente”.

La strada, spiega, è pericolosa: ci sono 25 – 30 km di strade con pochissimi sovvenzionamenti dallo Stato da tenere in ordine. sarebbe bastato un cartello, una segnaletica, una luce, in quella strada buia dove dei giovani hanno trovato la morte più terribile.

Relatore

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